Il corso delle Stagioni

La nostra vita dovrebbe essere semplice e spontanea come le stagioni,
con il freddo dell’inverno, il tepore della primavera, 
il caldo dell’estate e la dolcezza dell’autunno.
Romano Battaglia

Secondo te conviene rispettare la stagionalità degli alimenti, in particolare di frutta e verdura? O va bene comunque mangiare gli agrumi anche in estate e le pesche in inverno?

Svariati sono i motivi per privilegiare la frutta e la verdura nel corso della loro stagione naturale di maturazione, sia per l’ambiente, sia per la salute.

Innanzitutto, la frutta stagionale ha proprietà nutritive superiori rispetto ad un frutto o ad una verdura maturata al di fuori del proprio periodo canonico.

La nostra cara Dieta Mediterranea afferma che cinque porzioni di frutta e verdura al giorno consentono di raggiungere o mantenere un buono stato di salute dell’organismo. La frutta e la verdura di stagione sono più fresche, più buone e conservano una quantità di vitamine e sostanze antiossidanti più elevata rispetto a quella fuori stagione o di importazione, che deve percorrere molta strada prima di raggiungere le nostre tavole.

Effetto della globalizzazione

Oggi, con la globalizzazione e con le tecnologie sempre più avanzate in campo alimentare, ci siamo abituati ad avere sempre a disposizione ogni alimento che desideriamo.

Questo comporta un aumento del consumo di prodotti con un elevato contenuto di conservanti, mentre la frutta e la verdura coltivate e raccolte nei periodi canonici non devono ricevere trattamenti chimici speciali per sopravvivere in stagioni di per sé inadatte.

Fuori Stagione

Va sottolineato che, dovendo crescere fuori stagione, le piante sono più deboli e quindi cadono più facilmente preda dei parassiti e hanno bisogno di trattamenti “dopanti” di origine chimica.

Non è nemmeno trascurabile che i prodotti fuori stagione, e quelli di importazione, abbiano un costo decisamente più elevato.

Rispettare la stagionalità ci permette così di nutrirci con prodotti di qualità superiore ad un prezzo inferiore.
Tale scelta è altresì ecologicamente corretta e si riflette anche nel rispetto dell’ambiente e del pianeta.

Inoltre, una corretta alimentazione, per essere quanto più sana possibile, deve essere varia, e consumare frutta e verdura di stagione ci aiuta a rispettare questa norma.

Del resto, le nostre esigenze nutrizionali non sono sempre le stesse durante tutto l’anno, ma a seconda della stagione il nostro organismo può aver bisogno di vitamine, oligoelementi e sali minerali differenti.

Il nostro corpo segue le stagioni

In estate il nostro corpo ha per esempio la necessità di assumere cibi più light, ricchi di acqua e di sali minerali, rappresentati alla perfezione dai frutti dei mesi più caldi; d’inverno, invece, il nostro organismo cerca protezione dal freddo con cibi più grassi.

Come per incanto (ma non lo è), sembra che la natura ci offra proprio ciò di cui abbiamo bisogno, nel momento in cui il nostro organismo lo richiede.

Certo, di tanto in tanto, si può mangiare un frutto esotico o fuori stagione, gustandosi magari una torta con le fragole a fine settembre. Ma deve essere un’eccezione.

Un po’ di orgoglio “patriottico”

Il concetto di stagionalità è particolarmente legato al nostro territorio, l’Italia, il cui clima mite permette la coltivazione di una grande quantità di frutta e verdura.

Un altro importante motivo per seguire la stagionalità riguarda il gusto. Ad esempio, un pomodoro mangiato durante l’inverno avrà un sapore diverso, perché le basse temperature riducono le sostanze organolettiche che rendono il pomodoro così saporito. Come conseguenza, la riduzione del gusto porta spesso ad un abuso di condimenti come sale o altro.

In questo post vi voglio anche raccontare di un particolare frutto di stagione, che ciò nonostante non è molto diffuso nelle nostre tavole invernali.

Il Caco

L’albero di cachi (o kaki) è un albero alquanto ornamentale, definito dai cinesi l’albero delle sette virtù. Longevo, fornisce protezione dai raggi del sole creando una grande ombra, dà un posto agli uccelli per nidificare, non viene attaccato da parassiti, fornisce legna da ardere in caso di necessità, etc.


Il frutto ha una polpa dolcissima, morbida e cremosa. Durante la maturazione di questo frutto il contenuto di tannini, che danno il tipico effetto astringente al palato, si riduce, mentre aumenta quello degli zuccheri. I cachi devono la loro dolcezza alla notevole quantità di zuccheri (16%, un etto apporta intorno alle 65 Kcal) ma anche alla loro consistenza morbida e cremosa che esalta in bocca tale sapore.

Questa caratteristica diminuisce però l’indice di sazietà ed occorre valutare sempre con attenzione le quantità assunte per non esagerare con le calorie. Contiene inoltre percentuali irrisorie di proteine e grassi, mentre presenta un 2,5% circa di fibre.

Il colore arancione del cachi (o caco, nella variante popolare) è indice dell’elevato contenuto di beta-carotene e licopene, sostanze “imparentate” fra loro, la cui proprietà antiossidante è fondamentale per aiutare a contrastare il deterioramento delle cellule.

Inoltre, il cachi garantisce un discreto apporto di vitamina C che gioca un ruolo chiave nella prevenzione dei malanni respiratori.

Il caco non è però l’unico frutto cui prestare attenzione in questa stagione… Ne riparleremo, assieme ad un esempio di superfood ed un cenno anche a frutti dimenticati, nel post di venerdì prossimo (ricorda ogni venerdì il “White Friday del dott. Bianco“).

Infodemia e White Friday

Come vi ho anticipato nel precedente post, con la ricorrenza del mio “Venerdì Bianco del Dott. Angelo” , vi propongo un articolo attualissimo, scomodo ed oltremodo inflazionato.

Coronavirus e “Info-demia”

Circolano notizie incontrollate, farcite di informazioni frammentarie e confondenti. Si parla tanto di Coronavirus, troppo, anche un po’ a sproposito. Sembra che tutti sappiano già tutto, ma non è così.

Il Coronavirus, anzi più esattamente il COVID-19 provoca nei casi più gravi una seria infezione virale che ha colto tutti impreparati. Le istituzioni sanitarie, politiche ed economiche hanno faticato fin dall’inizio a valutare l’entità reale del problema, applicando norme via via sempre più restrittive, che hanno generato apprensione, paura e poi rabbia nella popolazione. Ciò avrebbe dovuto invece spingerci ad essere uniti, solidali, reciprocamente attenti ad aiutarci e proteggerci. Rimuovere il problema fingendo che non ci riguardi o, come opposto, renderlo l’unico pensiero dominante è illogico. C’è, esiste, e dovremo affrontarlo nel migliore dei modi, in attesa del vaccino.

Occorre diventare consapevoli, esercitare la pazienza, imparare la solidarietà e avere più empatia.

Da dietologo ritengo che troppa enfasi sulle proprietà salutistiche di alcuni prodotti alimentari possa distogliere le persone dall’adesione alle sole misure precauzionali scientificamente fondate. Il ruolo cruciale della nutrizione nella prevenzione e nel coadiuvare il trattamento di svariate patologie è assodato, nel contesto di uno stile di vita salutare.

Mi dissocio tuttavia dalle fantasiose teorie sulla capacità preventiva e curativa verso il coronavirus di alcune diete o di taluni cibi specifici, di integratori di vitamine e minerali, sovente pubblicizzate sui social, spesso false e prive di rigore scientifico.

È fondamentale insistere sulle precauzioni igieniche e sulla stretta osservanza dei provvedimenti di distanziamento sociale per limitare la diffusione del coronavirus. E’ indubbio che uno stile di vita salutare basato sulla dieta mediterranea unitamente a una regolare attività fisica moderata, ad un benefico riposo, ad eustress (quel tipo di stress positivo, inteso come quantità di stimoli indirizzati al nostro corpo e alla nostra mente che serve per mantenerci attivi e reattivi), è utile in linea di massima a mantenerci in buona salute e a preservare il funzionamento del sistema immunitario.  

A costo di ripetermi però, è tassativo ribadire che queste abitudini salutari non impediscono il contagio da coronavirus.  Anzi, si rischia di generare false aspettative, o peggio, di indurre le persone più facilmente influenzabili ad allentare le misure precauzionali, aumentando il rischio di esposizione al coronavirus.  

Tutti noi medici  dovremmo impegnarci a diffondere solamente le notizie tratte dalle più autorevoli fonti scientifiche o da istituzioni nazionali  La scienza della nutrizione è di basilare importanza per la salute, ma mai come in questa fase occorre riaffermare che la corretta dieta è sì  necessaria ma non sufficiente. Anche la dieta mediterranea non è la panacea contro il coronavirus e sull’argomento in questione ci sono ancora troppe aree grigie.

Personalmente, al termine della pandemia, rifletterei sulla necessità di ricorrere ad una seria educazione scolastica, per abituare le nuove generazioni all’importanza di una sana alimentazione, anche in veste preventiva.

Ecco un elenco di alimenti e sostanze nutritive indicati per una corretta alimentazione

  • Lattoferrina.
  • Prebiotici e probiotici.
  • Spezie: curcuma, cannella, cumino, coriandolo, peperoncino.
  • Bacche d’acai e bacche di Goji.
  • Vitamina D, Vitamina C, vitamina E.
  • Minerali: selenio, zinco.
  • Polifenoli.
  • Vino rosso.
  • Olio extravergine di oliva.
  • Semi oleosi.
  • Frutta secca.
  • Kefir.
  • Verdure Crucifere e Crauti.
  • Tofu e Tempeh.
  • Pratiche pacificanti contro lo stress: meditazione e buone letture, ottimo antidoto alla immunosoppressiva paura.

Vi prometto di ritornare su questo argomento a tempo debito. Intanto seguiamo tutti questi semplici passi e le necessarie regole.