Non la solita minestra

Se uno stolto sta in compagnia di un saggio,
non per questo arriverà a conoscere la Via,
così come un cucchiaio immerso nella minestra
non arriverà a conoscere il sapore della minestra.
Siddhārtha Gautama Buddha, Dhammapada (Versi della Legge), V sec. a.e.c.

Le donne, come la minestra, non bisogna lasciarle raffreddare.
Jean Anouilh, Ornifle o la corrente d’aria, 1955

Non ancora tempo di maglioni a collo alto. Le polo colorate però erano ormai fuori luogo. La stagione di mezzo da un lato rabbuiava l’umore incrementando la melatonina e reprimendo la serotonina e dall’altro stimolava il risveglio dei dolori artrosici (ben vengano le terapie termali soprattutto in questo periodo).

Fangoterapia Hotel President Terme

Questo, ovviamente, nei soggetti diversamente giovani e, soprattutto, in certe giornate di forte umidità.

Giornate tristi che in città scorrevano tra gente che aveva perso il gusto del sorriso e si agitava in chissà quali faccende affaccendata alzando, di tanto in tanto, gli occhi al cielo nel vano ricordo di un raggio di sole.

Era ormai la stagione delle foglie arancio-marrone, dei ricci nel castagneto che presto ci avrebbero regalato serate davanti al caminetto e passeggiate nella bruma delle colline circostanti. Alla ricerca dei funghi, tutti porcini, per noi ignoranti, da far obbligatoriamente controllare presso i centri utilizzati.

Di nuovo il tempo dei rimpianti. Di buon mattino, si abbandonava il caldo abbraccio delle lenzuola e, più tardi, sfrenate corse verso l’uscita da scuola al suono della campanella dell’ultima ora.

Improvvisi acquazzoni ci costringevano a cercare un riparo di fortuna perché non si era ancora ripresa l’abitudine di portarsi dietro l’ombrello quando si usciva.

E la sera! Arrivava troppo presto e la tristezza ci assaliva ancora più forte quando tra i maglioncini di lana o le camicie Oxford pesanti tiravi fuori per sbaglio, poiché la mamma non l’aveva ancora riposta con la “roba estiva”, la polo estiva preferita.

Ma a consolarci, dalla cucina della “mamma”, esaltata dai critici gastronomici di famiglia per l’impareggiabile arte di ingolosire, arrivavano i caldi profumi dei prodotti che la terra regalava.

Ti facevano rendere conto che la vita è fatta di momenti lieti e tristi, che è un dono il cui senso è nelle cose semplici, come il ritrovarsi di sera, a tavola con tutta la famiglia, davanti ad un fumante piatto di ceci o fagioli o lenticchie.

Con la loro semplicità, assieme ad un filo di olio di oliva ed a un buon pane bruno ai semi di finocchietto schiacciati sotto i denti, ti riconciliavano con l’universo. Ti convincevi che stare a casa con i tuoi cari, era il fulcro, il nucleo del tuo essere, di ciò che ti avrebbe rappresentato per sempre. Il resto? Cornice.

Autunno oggi. Stagione mite. Alberi spogli. Cielo grigiastro. Erba ricoperta di rugiada. Marciapiedi coperti di foglie dall’impalpabile fruscio. Goccioline di pioggia, come lacrime, colano sul vetro della finestra.

Giornate che si accorciano. Temperatura che cala inesorabilmente. Il sole, timido, raramente fa capolino fra le nuvole. Malinconia languida.

Per fortuna però c’è la tavola d’autunno e i suoi sapori fatti di ingredienti sani. Un tripudio di pozioni magiche contro le malinconie delle mezze stagioni, coccole nutrizionali dai sapori caldi che mitigano i primi freddi autunnali.

Trionfo dei sensi. Il palato è avvolto in un dolce e caldo abbraccio, l’olfatto ne è deliziato e anche gli occhi godono della originalità cromatica dei piatti. Ricette fantastiche e sempre diverse, basate su cibi semplici e genuini.

Il minestrone autunnale non è proprio la solita zuppa, ma un piatto caldo, genuino e appagante, declinabile in infinite varianti. Un moderno “comfort food”, alternativa nutrizionale più corretta rispetto ai cibi ”consolazione”, tipo il barattolo di cioccolata.

Certo, non soffritti elaborati e pasticciati ma ciotole fumanti di liquide creme di verdure ed ortaggi.

In primis, a rendere più complesso e sostanzioso il piatto, i legumi, di cui parlerò approfonditamente nel prossimo articolo. Oltre ai legumi, altri protagonisti autunnali e ingredienti costanti delle zuppe: funghi, zucche, porri, carciofi, cavolfiori, tutti cibi apportatori di minerali e vitamine.

Per la limitata varietà di prodotti freschi a disposizione e perché le insalate non sarebbero adatte a lenire la malinconia della mezza stagione, si ricercano cibi caldi.

Le minestre sono valide alleate anche per chi decide di mettersi a dieta. In questo periodo è più facile trovare la motivazione a seguire una dieta sana e ben impostata per perdere lentamente i chili di troppo dato che si dispone di un tempo sufficiente per arrivare in forma alla prossima estate.

Certo, le zuppe e le minestre contribuiscono ad educare a mangiare in maniera corretta, ma una “dieta” autunnale non può prescindere dagli apporti generosi di Madre Terra quali la frutta e la verdura di stagione: broccoli, zucche, verze, porri, spinaci, cavoli, melograni, cachi, castagne, mele, kiwi.
E, a chi può e a chi piace, può scaldare i sensi e il cuore , ai pasti , anche un bicchiere di vino rosso.

Insomma, che aspetti? Stimola la tua fantasia e aggiungi, durante la cottura, erbe aromatiche, spezie e, alla fine, olio evo per rendere il minestrone idratante, saziante, drenante, disintossicante e un vero e proprio booster di fibre, vitamine e minerali.

Per completezza di informazione è corretto ribadire che le vitamine termolabili, quali la vitamina C, vengono perse con la cottura. Ma questo non succede con il betacarotene, precursore della vitamina A, molto più disponibile nell’alimento cotto rispetto a quello crudo. Lo stesso dicasi per il licopene, presente nel pomodoro. E l’assorbimento delle vitamine liposolubili viene decisamente favorito dall’aggiunta di un cucchiaino di olio di oliva.

La prossima settimana cercherò di “darmi delle arie”….parlerò di legumi.

SAD (disturbo affettivo stagionale)

In realtà il nostro inconscio
è sì “una foresta di simboli” (Baudelaire),
ma incentrata sulla materia vivente,
che fa parte di “quella sostanza unica”
che informa tutto il cosmo, uomo compreso.
Anche il cielo, la pioggia, le nuvole,
il caldo, il freddo, sono modi di essere,
stati, forme, corpi del cosmo
e in questo senso “metafore” del vivente,
proprio come gli organi del nostro corpo.
Per dire che non vi è differenza,
ma profonda analogia
tra il tempo esterno e il tempo interno.
Raffaele Morelli,
(Alle radici della felicità, 2004)

In autunno le giornate sono più corte. La sera è bello rifugiarsi a casa.

Da piccolo, ricordo, amavo, in questo periodo, starmene appoggiato al vetro della finestra ad ascoltare il tintinnio delle gocce di pioggia.

Qualche volta provavo a contarle una ad una. E poi le seguivo prima piccole e trasparenti, poi allungate sul cristallo a formare righe infinite.

In autunno la mamma cucinava di più e sceglieva pietanze più sostanziose, perché, diceva, anche il nostro stomaco si deve coprire, e poi dobbiamo crescere e studiare.

Così trovavamo, apparecchiate sulla tavola, zuppe caldissime e stuzzicanti e arrosti, e verdure calde e torte di mele.

Ogni tanto ripensavo all’estate, alle gite spensierate sulla spiaggia, al caldo talvolta soffocante, alla luce prolungata del giorno, alle mattine trascorse a giocare in giardino, ma in fondo, anche a quei tempi, a me, l’autunno non dispiaceva.

Ero affascinato, ma lo sono ancora, dai colori di questa stagione e mi piaceva, come mi piace tuttora, l’odore un po’ ammuffito delle foglie morte al mattino.

Certo, pensandoci, l’autunno richiama pietanze più saporite, più ricche di sostanze, proprio per affrontare l’abbassamento della temperatura e la diminuzione delle ore di luce.

Ma se è vero che questa stagione richiede un cambio delle abitudini alimentari, anche per seguire, giustamente, quanto ci offre madre natura, è altrettanto vero che gli ambienti in cui viviamo tengono sempre più spesso i cambiamenti climatici fuori dalla porta.

Così ci troviamo a vivere estati al freddo del condizionatore degli ambienti di lavoro, e oggi anche di casa, e autunni o inverni al caldo soffocante dei termosifoni o dei riscaldamenti a pavimento.

E allora come dobbiamo contemperare il cambio di clima, vale a dire il freddo e la minore esposizione alla benefica luce del sole, con il nostro vivere quotidiano in ambienti sempre più asettici e, passatemi il neologismo, destagionalizzati?

Ogni tanto oggi, diversamente adolescente, cerco assiduamente il tiepido sole che riscalda. Ancor più bello è riuscire a fissarlo per qualche secondo, senza che esso ti accechi come a luglio…quando ti obbliga a socchiudere gli occhi se esponi alla sua luce il viso per sentire il calore rigenerante che emana. … Però poi queste folate, questi alberi che si scrollano di dosso tutte le foglie morte… E poi, la sera…. !

Che soffra pure io di una latente SAD?

Il disturbo affettivo stagionale è una forma di depressione nota anche come depressione stagionale o depressione invernale. Gli inglesi la chiamano SAD (acronimo per Seasonal Affective Disorder). Si tratta per lo più di una fastidiosa sensazione di stanchezza, di mancanza di concentrazione e, a volte, perfino di un indescrivibile malessere. Sembra quasi che il nostro equilibrio psicofisico venga compromesso dal cambio di stagione.

Come altrove brillantemente spiegato dal professore Pierluigi Rossi, la causa è ascrivibile ad un metabolismo alterato della serotonina. Essa, nota anche come “ormone del buonumore”, è un precursore della melatonina ed è un neurotrasmettitore sintetizzato nel cervello e in altri tessuti, a partire da un amminoacido essenziale, il triptofano (contenuto nelle proteine vegetali e animali). La serotonina è coinvolta in numerose e importanti funzioni biologiche (affronterò l’argomento più in là, spiegando dettagliatamente la correlazione tra la serotonina ed il comportamento alimentare, la sindrome premestruale, la motilità e le secrezioni intestinali, la regolazione del comportamento sessuale, del sonno…..etc).

Tra le cause di alterato metabolismo della serotonina vi è un maggiore suo consumo per produrre melatonina (a causa del ridotto stimolo della luce solare durante l’autunno e l’ inverno) e una minore sua produzione, ottenuta dall’aminoacido triptofano.

Vitamina D e non solo serotonina.

Oltre ad avere un ruolo fondamentale per le ossa e il sistema immunitario, la vitamina D aiuta il benessere psicologico e aiuta a dormire meglio. È un ormone steroideo sintetizzato principalmente nel corpo, sulla pelle, attraverso l’esposizione ai raggi ultravioletti B (UVB), ma si assume anche per via orale attraverso cibo e/o integratori.

Purtroppo, specie in questo periodo della stagione, trascorriamo in media il 90% del nostro tempo in ambienti chiusi, senza una adeguata esposizione al sole e con la conseguenza inevitabile di esporci a una possibile carenza di vitamina D (25-idrossivitamina D< 30 ng / ml).

Oltre all’aumento del tempo trascorso in casa, l’indossare abiti che coprono la maggior parte della superficie della pelle contribuisce ad aver bassi livelli di vitamina. Cercare di non avere carenza di vitamina D è ancora più importante in questo periodo visto che essa aiuta anche il sistema immunitario. E di certo una adeguata dose di vitamina D permette di fronteggiare meglio i virus, coronavirus compreso.

Cosa fare, orbene, contro la SAD e come farsi trovare preparati e in forza?.

Oltre allo scontato consiglio di fare passeggiate salutari all’aria aperta e scoprirsi appena il sole diventa più carezzevole, spostandoci in cucina, andiamo alla ricerca di rimedi deliziosi per sconfiggere il freddo e riscaldarci con gusto.

Come?

Anche con zuppe e minestre!

Ma ne parleremo più approfonditamente la prossima settimana (…)