Cereali minori e pseudocereali (2° parte)

Continuiamo e concludiamo l’argomento “Cereali” iniziato la scorsa settimana

,,[…]nonostante nelle campagne esistano vasti campi di cereali e pascoli per i bovini, potremmo non renderci conto che quasi tutti i cereali coltivati sono destinati all’alimentazione del bestiame e che la maggioranza degli innumerevoli miliardi di uccelli, mammiferi e pesci che consumiamo è confinata lontano dai nostri occhi, in enormi campi di concentramento chiamati «allevamenti intensivi».
Sebbene oggi non ci sembri tanto ovvio quanto lo era per i nostri progenitori alcune migliaia di anni fa, fondamentalmente la nostra cultura è, come la loro, una cultura dell’allevamento, sviluppatasi intorno al possesso, alla mercificazione e al consumo degli animali.“
Will Tuttle,
Origine: Cibo per la pace, p. 31

Tritordeum

Il Tritordeum è una pianta creata in Spagna, coltivata anche in Puglia, che si caratterizza per la versatilità in cucina, per le virtù salutari e la sostenibilità ambientale. Non si tratta di un Ogm (da un punto di vista puramente legale), anche se ottenuta in laboratorio sommando l’intero patrimonio genetico del grano duro (Triticum durum) e dell’orzo selvatico (Hordeum chilense).

E’ un cereale sui generis, compatibile con la sindrome del colon irritabile (Ibs), per la quale è generalmente consigliata una dieta povera di cereali, in quanto alcune componenti, come il glutine e i fruttani, sono responsabili della sintomatologia.

Farro

Farro: si distinguono 3 varietà principali che fanno parte del genere Triticum come grano duro e grano tenero:

  • Farro piccolo o farro monococco (Triticum monococcum), chiamato anche Grano di Einkorn
  • Farro medio o farro dicocco o semplicemente farro (Triticum dicoccum), chiamato anche Farro Italiano
  • Farro grande o farro spelta, o semplicemente spelta (Triticum spelta), chiamato anche Grano dei Galli.

E’ uno dei primi cereali coltivati dall’uomo. La sua massima diffusione è stata nel Medioevo, con alterne fortune perché di resa più modesta rispetto al grano duro e al grano tenero. Uno sguardo verso il passato ha fatto riscoprire il farro, che, in Italia, ha una storia legata al territorio e alla caparbietà di una parte del mondo contadino nel mantenere viva una grande e vecchia tradizione.

Apprezzato da chi preferisce una vita più vicina alla natura, con la riscoperta di un’agricoltura non intensiva e di antiche varietà coltivate localmente, siano esse frutta, verdura o cereali. La coltivazione dei prodotti di agricoltura biologica ha ampliato e valorizzato il mercato del farro, una tendenza, questa, che garantisce un prezzo alla vendita più alto in grado di compensare la bassa resa della sua coltura.

Il farro vanta un genoma non modificato ed è una pianta che cresce in terreni poveri e resistente al freddo e alla siccità. Il gusto è molto piacevole. Ricorda la nocciola con una qualche nota di sapore di miele. Il pane di farro, in particolare, assume un bel colore dorato. Si trova in commercio sia il farro perlato sia il farro decorticato. Dal punto di vista nutrizionale è meglio quello decorticato, più ricco di fibre e sali minerali, anche se necessita di ammollo e ha tempi di cottura meno rapidi.

Quinoa

Anche la Quinoa viene considerata uno pseudocereale. Tecnicamente si tratta di un seme, anche se le sue proprietà e modalità di utilizzo sono molto più simili a quelle di un grano (frutto). La pianta appartiene alla famiglia delle Chenopidacee, come gli spinaci e la barbabietola. Naturalmente priva di glutine, è ricca di antiossidanti come il campferolo e la quercetina che hanno una potente attività antinfiammatoria.

Le proteine della quinoa, rispetto alla maggior parte dei vegetali, apportano tutti gli amminoacidi essenziali, ovvero amminoacidi che l’organismo non è in grado di sintetizzare e che devono quindi essere introdotti con gli alimenti. Ricca di minerali quali il magnesio, il potassio, lo zinco e il ferro, è importante lasciarla in ammollo prima della cottura per allontanare l’acido fitico, che inibirebbe l’assorbimento di questi minerali.

I semi della quinoa sono ricoperti di una sostanza amara, la saponina, che li protegge dall’attacco degli uccelli, ma che può causare problemi gastrointestinali. Per questo motivo i suoi semi devono essere lavati molto bene prima della cottura. Chi è soggetto a calcolosi renale dovrebbe evitare l’eccesso di quinoa nella dieta perché contiene molti ossalati.

Orzo

L’orzo (Hordeum vulgare) è un cereale antichissimo: sembra che il suo utilizzo nella alimentazione umana risalga al VII millennio a.C. Può essere utilizzato sotto forma di chicchi decorticati, di farina, oppure, macinato e tostato, come base per il caffè d’orzo.

Questa pianta, di cui esistono varie sottospecie, viene coltivata senza difficoltà per gran parte dell’anno, anche se predilige i mesi primaverili e autunnali. Tre sono in particolare le tipologie di orzo disponibili sul mercato:

  • l’orzo integrale (che non ha subito alcun processo di lavorazione),
  • l’orzo mondato (o decorticato, ovvero sottoposto a una specifica lavorazione per eliminare la parte più esterna del chicco)
  • l’orzo perlato (che subisce un processo di raffinazione molto intenso, una sorta di “sbiancatura” che porta all’eliminazione totale di tutta la parte esterna del chicco).

Il primo conserva tutte le caratteristiche nutrizionali tipiche dell’orzo ma necessita di una cottura molto prolungata;

il secondo rappresenta la tipologia di orzo più diffusa nei nostri mercati (necessita di un tempo di cottura inferiore rispetto all’integrale e mantiene pressoché intatte gran parte delle caratteristiche nutrizionali);

il terzo tipo, ovvero l’orzo perlato, ha il vantaggio di poter essere cucinato in tempi molto più rapidi, ma, rispetto alle altre due tipologie, presenta un ridotto contenuto in fibre a fronte di un uguale introito calorico.

Poiché una volta cotto si gonfia molto, questo cereale ha un alto potere saziante e può essere inserito nelle diete dimagranti con l’obiettivo di limitare le quantità di cibo introdotto durante i pasti.

Alcuni studi hanno recentemente messo in evidenza la capacità dei beta-glucani dell’orzo di abbassare/ridurre i livelli di colesterolo nel sangue.

Grano Saraceno

Il grano saraceno (Polygonum fagopyrum), detto anche grano nero, è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Poligonacee. Il grano saraceno possiede tutte le caratteristiche nutritive di un cereale e di un legume, pur non essendo, dal punto di vista botanico, né l’uno (non appartiene alla famiglia delle Graminacee) né l’altro (non appartiene alla famiglia delle Leguminose o Fabacee).

Il seme di grano saraceno è composto principalmente da amido, rispettivamente 25% amilosio e 75% amilopectina. L’abbondante presenza di quest’ultima lo rende facilmente digeribile. Tra gli antiossidanti presenti, ricordiamo i tannini e soprattutto la rutina, un glicoside della quercetina, che ha come pregio salutistico il rafforzamento della parete dei capillari.

I chicchi si prestano alla creazione di gustosi primi piatti, come zuppe e insalate di verdure e legumi. La farina viene utilizzata per molte ricette tradizionali della cucina italiana ed è l’ingrediente base della “polenta taragna”, la tipica polenta scura preparata con l’aggiunta di una parte di farina di mais, dei “pizzoccheri” e degli “sciatt” valtellinesi. Il grano saraceno è disponibile anche in fiocchi, perfetti nel latte per una prima colazione o nello yogurt e in germogli; le sostanze nutritive del seme aumentano sensibilmente durante il processo di germogliazione.

Segale

Considerata per secoli il pane dei poveri, la segale è un altro cereale da riscoprire. Cresce in zone montuose e si adatta perfettamente a climi freddi e a terreni poveri. Possiede carboidrati a basso indice glicemico, a basso apporto calorico e ad alto valore energetico, ricchissima di proprietà nutritive e di vitamine del gruppo B. Soprattutto per il suo alto contenuto in fibre (in quella integrale è pari a tre volte quello contenuto nella farina integrale di grano tenero), in vitamine del gruppo B, niacina, calcio, potassio, fluoro e sali minerali, la segale è consigliato come cereale da dieta.

La prossima settimana affrontiamo un teme frivolo, la cellulite.

Cereali minori e pseudocereali

Noi diamo al vitello del cibo che noi stessi potremmo mangiare. […]

Occorrono dieci chili e mezzo di proteine somministrate a un vitello per produrre soltanto mezzo chilo di proteine animali per gli umani. […]

Se mettiamo a confronto il numero totale di calorie prodotte dagli alimenti vegetali con quello riferibile agli alimenti di origine animale, il paragone è di nuovo del tutto a favore dei vegetali. […]

Se gli americani riducessero il loro consumo di carne del solo 10% per un anno, si disimpegnerebbero almeno 12 milioni di tonnellate di cereali per il consumo umano – vale a dire una quantità bastante ad alimentare 60 milioni di persone. […]

Il cibo sprecato dalla produzione animale nei paesi ricchi sarebbe sufficiente, se adeguatamente distribuito, a porre fine tanto alla fame quanto alla malnutrizione in tutto il mondo.“
Peter Singer,
libro Liberazione animale

Un piccolo vademecum di alcuni cereali minori,
dimenticati e dei cosiddetti pseudocereali.

L’avena

L’avena è uno dei sette cereali più coltivati al mondo. Ha rappresentato per decenni la base dell’alimentazione di molte popolazioni del Nord Europa. Oggi è ritornato in auge per la sua versatilità in cucina, per le sue proprietà nutritive straordinarie, ovvero alto contenuto in fibre, ricchezza in beta-glucani, e basso indice glicemico.

Ha il pregio di conservare intatti tutti i valori nutritivi dopo la brillatura, a differenza degli altri cereali, perché il germe e la crusca, aderendo alla mandorla, non vengono rimossi. Essendo senza glutine può essere tranquillamente consumato dai celiaci, a patto di acquistare prodotti a base di avena con la dicitura “senza glutine”.

Fino a pochi anni fa, il rischio di contaminazioni con il frumento era molto alto (coltivazioni contigue, trasporto e stoccaggio non diversificati). Recenti studi sostengono che nonostante l’avena contenga avenine (alcaloidi ad effetto tonificante ed energetico), simili alle prolamine del frumento, l‘assunzione di avena non porterebbe alle reazioni tipiche della celiachia a livello di mucosa intestinale. Avendo un alto potere saziante, viene prevalentemente consumata a colazione.

Dai grani si ricava il latte di avena, una bevanda vegetale leggera e digeribile, naturalmente dolce. Il latte di avena di qualità è un prodotto senza zuccheri aggiunti, perché sfrutta gli zuccheri naturali contenuti nell’avena. E’ utilizzato anche nel mondo della cosmesi per le sue proprietà lenitive e detergenti. Grazie ai beta-glucani, che formano una pellicola protettiva sia sulla pelle sia sui capelli, l‘avena protegge capelli e cute dalla aggressione degli agenti esterni.

Il bulgur

Il bulgur è un derivato del frumento integrale germogliato. Di origine orientale, consiste in una granella dorata, formata da pezzetti di grani macinati, il cosiddetto “grano spezzato”.

Occorre distinguere Il bulgur dal cous cous, o “spezzatino di grano”, che gli assomiglia per l’aspetto. Il “grano spezzato” è formato da chicchi integrali, lavorati e macinati, mentre il cous cous è un miscuglio di farina di semola di grano duro. Il prodotto con frammenti di maggiori dimensioni viene destinato a minestre e zuppe, anche come sostituto del riso. Invece il bulgur, con grani più fini, è consigliato soprattutto per: insalate, piatti freddi e come contorno, per farcire verdure o pesce.

Il kamut

Il kamut è il nome commerciale del grano Khorasan. La scelta di improntare la sua coltivazione ad un regime biologico è facilitata dalle stesse caratteristiche del grano, talmente resistente che per crescere non necessita di pesticidi e fertilizzanti chimici, essendo naturalmente immune dall’attacco dei parassiti. Vanta importanti caratteristiche nutrizionali: un elevato potere energetico, un buon quantitativo di proteine (14,7 g per 100 g) e una quantità importante di fibre (9,1 g per 100 g), vitamine e sali minerali.

Il miglio

Il miglio, dopo un lungo periodo di assenza dalle nostre tavole, è stato riscoperto negli ultimi anni, grazie al suo straordinario corredo di proprietà nutrizionali. Tra i primi cereali ad essere stato coltivato dall’uomo, ha origini asiatiche che risalgono all’epoca preistorica. Le piccole dimensioni del seme, durante la raccolta, fanno sì che lo si confonda con altri semi di piante diverse e selvatiche, allungando i tempi e complicandone la coltivazione. Questo potrebbe essere il motivo per cui in Italia , anche oggi, la sua coltivazione è molto ridotta ed esso viene utilizzato prevalentemente come mangime per pollame. Pur molto piccoli nelle dimensioni, i suoi chicchi sono ricchi di minerali come ferro, magnesio, fosforo e soprattutto silicio.

Dal gusto delicato, il miglio è molto digeribile, energizzante e privo di glutine. Una delle caratteristiche più importanti del miglio è la sua conservabilità: grazie alla presenza di fenoli nei semi, che li conserva molto a lungo mantenendo integre le loro proprietà. Pare che proprio la sua straordinaria facilità di conservazione abbia salvato Venezia nel 1374. Durante l’assedio dei Genovesi, infatti, la città poté provvedere al proprio sostentamento grazie alle enormi quantità di miglio conservate e stivate nei magazzini.

E’ considerato un cereale antistress, grazie al suo contenuto in triptofano, un aminoacido essenziale fondamentale per la produzione di serotonina, l’ormone “della felicità”. E’ disponibile prevalentemente decorticato, ovvero sottoposto ad un processo di raffinazione che lo priva di una minima parte di crusca, mantenendo intatti germe ed endosperma. L’elevato contenuto di acido silicico, in grado di stimolare la produzione di collagene e di cheratina, rende questo cereale un prodotto molto utile per la cura dei capelli, della pelle, delle unghie e dei denti.

L’amaranto

Pianta originaria del Messico, l’amaranto è considerato uno “pseudocereale”, termine che non ha valenza botanica ma si riferisce a piante della classe delle Dicotiledoni (piante il cui seme contiene due foglioline) come ad esempio quelle della quinoa e della chia. I cereali fanno invece parte del gruppo di piante monocotiledoni. Esso è sempre più frequentemente scelto come alternativa a pasta e riso grazie alla sua ricchezza in proteine nobili e di elevato valore biologico. Tra gli aminoacidi più preziosi e importanti contiene la lisina, spesso carente negli altri cereali. Tante le vitamine, tra cui spiccano quelle del gruppo B, ma è ottimo anche il livello di vitamina C e vitamina E. Con l’amaranto si possono creare nutrienti zuppe e minestre, ma anche sformati e insalate fredde con verdure. Esso, inoltre, si presta bene a fare da base per polpette e burger vegetali.

Il sorgo

Il sorgo (Sorghum vulgare) è un cereale rustico e resistente, dalle proprietà nutraceutiche molto interessanti. La prerogativa nutrizionale più interessante del sorgo è la ricchezza di fibre e l’assenza di glutine e quindi utile anche nelle diete per celiaci. Grazie ai flavonoidi contenuti nella parte più fibrosa, viene inibita la trasformazione degli amidi in zuccheri, evitando così la formazione di fermentazioni gassose e gli annessi fenomeni di flatulenza.

Fino al 1700, la polenta rossa di sorgo era un cibo molto diffuso in tutta la pianura padana, poi gradualmente soppiantata da quella gialla di granoturco. Grazie a scelte economiche e produttive più assennate, oggi è possibile disporre largamente di questo cereale molto versatile in cucina. Esso è il quinto cereale per importanza nell’economia agricola mondiale, dopo frumento, riso, mais, orzo.

La lista dei cereali verrà completata col prossimo venerdì