Il sole d’inverno

Raggio di sole in bella mostra sulla tavola in cucina. Erano una delizia soprattutto quando fuori, già buio, seduto al tavolo, nemici i quaderni di scuola, a farne spremute per proteggermi dalle insidie invernali ci pensava mia madre con cui dovevo poi combattere sul numero di cucchiaini di zucchero da versare nel bicchiere. Io preferivo quelle rosse dal gusto più forte e più intenso; e gli scherzi con la buccia che strizzavo negli occhi di mia sorella e le rincorse intorno al tavolo che si concludevano con il solito scappellotto della mamma.

Ed ancora le bucce messe ad arrostire sulla brace sprigionavano oli essenziali dagli intensi profumi impregnando l’aria del caratteristico odore degli inverni passati davanti al focolare. Così il pensiero vola in Sicilia, alla Conca d’Oro, alla vallata dagli alberi dalle arance d’oro, ai valori di verghiana filosofia, alla meridionalità, alla famiglia, alla terra.


Agrumi
Arance, mandarini, limoni, pompelmi e cedri. Dissetanti, energetici e ricchi di vitamine, gli agrumi sono i protagonisti della nostra tavola nel periodo invernale. Provengono da piante della famiglia del “citrus”, contengono l’80-90% di acqua, piccole quantità di zucchero, in prevalenza fruttosio, buone quantità di acidi organici, in particolare l’acido citrico, dosi discrete di sali minerali come il calcio, il potassio e lo zinco e vitamina C in grande quantità. Si tratta di proprietà di cui possiamo beneficiare sia consumando il frutto sotto forma di spicchi sia di spremute. Queste ultime, facili da assorbire, sono più indicate dopo l’attività fisica.

L’arancia è l’agrume più diffuso d’inverno.Originario della Cina, poi in Africa e in seguito nelle regioni del bacino del Mediterraneo. Apporta circa 40 calorie per 100 g ed è ricca di antiossidanti. Presenti in particolare il betacarotene, le antocianine, altri polifenoli e soprattutto la vitamina C, che è bene ribadire non è la panacea contro influenze e raffreddori: aiuta a prevenirli,ma a malattia in corso è scarsamente o affatto efficace. Nella parte “dura” delle arance sono contenute sostanze antiossidanti diversamente efficaci rispetto a quelle, più conosciute e studiate, che risiedono nel succo. Se spremuta, la fibra sminuzzata è meno efficace nell’allontanare la sensazione di fame e data la volatilità della vitamina C meglio se viene consumata appena preparata. Per tali ragioni il frutto intero è più efficace della spremuta, che rimane comunque una bevanda largamente da preferire rispetto alle bibite e ai succhi di frutta confezionati. Dopo aver sbucciato l’arancia, meglio evitare di togliere anche la pellicola bianca apparentemente inutile che rimane attaccata al frutto, perché vi si concentra la pectina, una fibra solubile che, oltre alla “solita” capacità di regolarizzare la funzione intestinale, ci serve ad assorbire meno, e meglio, i nutrienti. Le arance non sono tutte uguali. La grandezza le distingue in arance da tavola (dalla buccia grossa e facilmente asportabile) e da spremuta (a buccia sottile), mentre in base al colore della polpa troviamo arance bionde o sanguigne, le più ricche di sostanze antiossidanti chiamate “antocianine”. Il vivace colore della buccia rappresenta anche una specie di filtro capace di fermare la luce del sole, che, se riesce a penetrare, degrada la preziosa vitamina C. Non c’è fondamento scientifico al detto che l’arancia è “oro al mattino, argento a mezzogiorno e piombo alla sera”.

Il limone
Originario dell’Estremo Oriente, il frutto del limone proviene da una pianta che fiorisce in continuazione per cui può reggere contemporaneamente fiori e frutti acerbi. Agrume dal bassissimo apporto calorico, (vanta solo 11 calorie per 100 g di frutto), è ricco invece di oli essenziali, di acido citrico, di acido malico, di vitamina C e del gruppo A e B, di sali minerali (potassio in particolare). Le foglie contengono essenze aromatiche che danno al limone spiccate proprietà calmanti e antispastiche rendendolo indicato in caso di nervosismo, insonnia, palpitazioni, mal di testa ed asma. Le sue proprietà antisettiche ed astringenti sono utili invece in caso di nausea e inappetenza, specie se bevuto a digiuno. Dalle proprietà alcalinizzanti e depurative, fa bene a chi segue una dieta ricca di proteine, specie animali e sembra che grazie al citrato di potassio il succo di limone impedisce la formazione e facilita lo scioglimento di alcuni calcoli renali.

Il mandarino
Ai tempi del celeste impero cinese, “mandarino” era il titolo degli alti dignitari di corte, che spiccavano per doti di equilibrio e saggezza. Il frutto, dalle proprietà calmanti, contiene bromo, un sedativo del sistema nervoso centrale. Buon apportatore di zuccheri (fornisce ben 72 calorie per 100 g), di fibre, di vitamina C, di calcio e di potassio. La sua buccia contiene una sostanza antiossidante, il limonane, e un olio essenziale utilizzato per produrre sciroppi e profumi.
“Figlio” dell’arancia e del mandarino, il mandarancio, privo di semi e dal gusto dolce è nato in Occidente alla fine del XIX secolo ad opera di tal frate Clement, da cui il nome “clementina”.

Il pompelmo
Ottenuto da un incrocio tra arancia e pummelo (un agrume con molti semi prodotto in Brasile), il pompelmo è ricco di fibre e di vitamine A, B e C. La buccia contiene oli essenziali che agiscono sulla circolazione sanguigna e svolgono blanda azione antidepressiva. L’estratto dei semi di pompelmo è considerato un vero antibiotico naturale che rafforza le difese naturali, non danneggia la flora batterica e non ha effetti collaterali.

Il cedro
Originario dell’Asia, il cedro giunse in Europa grazie agli Arabi ed è quindi il primo agrume conosciuto dalla civiltà occidentale, oltre ad essere anche il più grande (il suo peso può raggiungere un chilogrammo).
Dal gusto dolce-acidulo, contiene poco succo, è ricco di sali minerali e di vitamina C. E’ utilizzato soprattutto come bevanda dissetante e svolge azione disinfettante e depurativa sull’organismo. Modesto l’apporto calorico: circa 32 calorie per 100 g.

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