Dolci natalizi

Il Natale non è solo il momento della gioia, ma anche della riflessione.
(Winston Churchill)

Flashback di un passato ormai lontano

Sera. Il momento che più apprezzavo, per la magia che sapeva trasmettere. Al buio, si entrava nella sala, dove avevano dimora il presepe e l’albero natalizio.

Mia sorella ed io evitavamo di accendere la luce per meglio assaporare l’atmosfera che donavano alla stanza i luccichii delle mille lampadine colorate dalle tonalità variabili. Così il viso di mia sorella si trasformava di volta in volta nell’azzurra fatina di Cenerentola, nella rossa strega di Biancaneve….

Dal piano della credenza i vari sacchetti di dolciumi facevano bella mostra accanto alla figura maestosa di quei dolci nuovi, venuto da lontano: il panettone e il pandoro.

Il consumismo ha ucciso il Natale?

A distanza di mezzo secolo mi chiedo: “Il consumismo ha ucciso il Natale? È avvertibile ancora la tradizione o si tratta di una festa che assume sempre di più le sembianze di festa pagana, incentrata sullo scambio dei regali, per lo più compulsivi?”.

Affiorano ancora alla mente immagini di svariati Natali fa, quando, ancora bimbo, indossavo sempre i pantaloni corti. Dopo un’attesa estenuante e carica di aspettative, era finalmente arrivata la mattina di Natale. Alcuni giochi, dolciumi e frutta facevano il loro figurone sul tavolo della sala da pranzo.

Regali attesi per mesi, scelti con estrema gioia. Trepidazione, attesa, ansia, felicità, a volte un po’ di delusione (mancava sempre uno dei regali preferiti…).

La città era addobbata a festa, ma lo sfarzo non era ancora vertiginoso e sprecone. Si percepiva un senso di pace diffuso, di sacralità.

Rischio però di incorrere nella “laudatio temporis acti”, fornendo una visione troppo fosca dell’oggi e dipingendo un ritratto dei tempi andati filtrato dal rosa della nostalgia. La malinconia di un altro modus vivendi potrebbe essere comprensibile solo a chi, come me, è diversamente giovane. Sta a noi invece adattarci ai cambiamenti e cercare di fare del nostro meglio, sempre. Per noi e per gli altri.


Da dietologo, anch’io mi adatto.

Per indole professionale sono sempre “negoziante” ma reputo che anche il dietologo più arcigno in questo periodo debba essere indulgente, memore dell’antico monito che “Non si ingrassa mai solo da Natale a Capodanno, bensì da Capodanno a Natale”.

Perciò, invece che dilungarmi in consigli dietologici, voglio parlarvi dei dolci tipici di questo periodo. Prima però, una piccola premessa: “aguzza la vista”.

Ritorno sull’importanza di leggere attentamente l’etichetta. Per fregiarsi del titolo, i prodotti originali devono obbligatoriamente utilizzare farina di frumento, zucchero, uova fresche (di I qualità, categoria A) con almeno il 4% di tuorlo nel prodotto finito, il 16% di burro (che diviene il 20% nel pandoro) e lievito naturale. Inoltre, devono essere assolutamente privi di conservanti. Nei “sosia” il burro viene spesso sostituito da margarine, solitamente a base di olii tropicali, di palma o cocco e si usano aromi particolari che ricordano, sia pur vagamente, il sapore particolare del burro.

Tra panettone vero e sosia la differenza nel prezzo è rilevante ma, proprio sulla base delle considerazioni appena esposte, non converrebbe mangiarne un po’ di meno e privilegiare la qualità, almeno a Natale?

La lunga durata della lievitazione, oltre a garantire morbidezza duratura nel tempo, permette di non ricorrere ad additivi in quanto il lievito naturale produce esso stesso sostanze antimicrobiche.

Accanto alle versioni “classiche” di panettone e pandoro, vi sono anche versioni speciali e arricchite con farciture, ripieni, glassature e decorazioni che comunque dovranno contenere almeno il 50% dell’impasto base. Ogni variazione rispetto alla ricetta classica deve essere sempre riportata in etichetta, per consentire così al consumatore di comprendere agevolmente le reali caratteristiche del prodotto che lo differenziano dalla versione classica. Ad esempio si leggerà: “Panettone senza canditi, ricoperto di cioccolato con farcitura alla crema e nocciola”.

Di solito le versioni farcite, oltre un numero elevato di ingredienti e additivi, sono più ricche di grassi e calorie, soprattutto quando si tratta di panettoni con creme al cioccolato o ricoperti. Ma soprattutto, vale la pena scegliere la versione “arricchita” quando sono in vendita quelli con ingredienti semplici e di qualità?

Come dolce, il panettone non è altamente saziante: se ne può mangiare una grande quantità prima di sentirsi sfamati.

Panettone e pandoro apportano mediamente dalle 380 alle 450 Kcal per 100 g di prodotto, a seconda degli ingredienti utilizzati e naturalmente, nei giorni non più di festa, devono essere assunti con minore libertà. Ma, ripeto, in questo periodo anche il dietologo se ne fa una ragione.

Il pandoro, dalla raffinata semplicità e l’inconfondibile aroma alla vaniglia, risulta essere un po’ più calorico. Ciò è dovuto al suo più alto contenuto di burro. Per contro il panettone ha una presenza maggiore di zuccheri, dovuta ai canditi, di buona qualità se non sono piccoli e duri (arancia e cedro) e all’uvetta in esso contenuti e che devono essere distribuiti in modo uniforme e in quantità non inferiore al 20% dell’impasto.

Orbene, mangiati in maniera moderata e senza esagerazione, si può serenamente sostenere che a livello qualitativo e nutrizionale pari sono. Contengono entrambi ingredienti genuini e sono un alimento equilibrato di cui con parsimonia possiamo deliziarci anche in altri periodi dell’anno.

Al prossimo venerdì, in cui vi fornirò dei consigli su come “annaffiare” questi dolci.

2 thoughts on “Dolci natalizi

  1. Così è arrivato un altro Natale,questa volta ,però, totalmente diverso rispetto a quelli già trascorsi.Le ragioni le conosciamo fin troppo bene.Malgrado ciò non s’è spento quel clima che siamo soliti respirare.Non ci siamo scoraggiati,anzi.Addobbi,saluti augurali ,scambi di regali , riti e cerimonie sacre ,anche se in maniera molto sommessa e preparativi di ogni genere continuano ad essere protagonisti indisturbati.Ma a parte questi chiamamoli doveri o convenzioni,a tavola ,però,pare che (oltre lo zampone o il cotechino),il re dei re rimane,come è stato per lunga tradizione,il panettone o il pandoro,prescindendo dagli ingredienti con cui son farciti e con quali decorazioni.Ciò che conta è che non deve mancare sulla tavola di ognuno.Ma quest’anno c’è di più.Abbiamo dalla nostra la scienza , quella branca che si occupa di dieta e nutrizione soprattutto.E sì.Perchè il dott. Bianco,unico più che raro esempio di longevità nel suo genere,infaticabile e fonte inesauribile di conoscenze mediche,specie nel campo della dietologia,educazione e prevenzione a tutela della salute mentale e fisica quali risultati di determinanti psicologici,sociali e culturali che poi concorrono a formare l’atteggiamento alimentare ,non ha voluto lasciarci soli nemmeno per Natale.Ed ecco allora suggerimenti,accorgimenti ,raccomandazioni,trucchi e pillole di saggezza sullo sfondo di un flashback di ricordi in riferimento,sembra dire, ad “un passato ormai lontano” dall’atmosfera magica.Una memoria antica, nostalgica, fatta di cose semplici mai banali . Una cornice in cui tutto sapeva d’innocenza e capace infallibilmente di saziare lo spirito e la mente. Tempi che potrebbero ritornare? Ai posteri l’ardua sentenza.Grazie dott. Angelo,come sempre , con l’augurio di un sereno Natale e felice anno nuovo.Alla prossima.

  2. Buongiorno Angelo, sempre un piacere leggerti e apprendere qualche chicca! E, avendo avuto il tuo benestare, purché moderatamente, mi delizierò con una fetta panettone. Peraltro in questo periodo particolare aiuta ad addolcire la vita! Grazie Angelo e buona giornata.

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