Motivazione e dieta

Il premio per una cosa ben fatta è l’averla fatta.
(Ralph Waldo Emerson)

Ci sono solo due errori
che si possono fare
nel cammino verso il vero:
non andare fino in fondo e non iniziare.

(Buddha)

Cominciare è già metà dell’opera:
Dimidium facti qui coepit habet

(Orazio)

Indipendentemente dall’esigenza di mettersi a dieta (nel senso non etimologico, ma di restrizione calorica) per il bene della propria salute, oppure anche per colmare un bisogno “narcisistico” di piacere e piacersi”, occorre sempre una forte motivazione.

Rimanere concentrati sull’obiettivo da raggiungere ha a che fare sempre con la fiducia verso sè stessi e l’autostima. Se non si crede in sè stessi e nelle proprie capacità, l’impegno verrà sempre considerato insormontabile.

È necessario mantenere sempre una forte motivazione ed è fondamentale puntare a raggiungere un risultato ragionevole, prefissandosi, almeno nel breve, obiettivi non troppo elevati e concentrandosi, da subito, sui piccoli risultati, evitando battute di arresto.

Occorre darsi del tempo e, anche se la bilancia non si smuove, conviene, comunque, concentrarsi sugli aspetti positivi quali la scoperta di una maggiore energia, di un umore migliorato, o anche solo la sensazione di una minore pesantezza.

L’essere motivati è un fattore chiave per non mollare, anche se sgarrare ogni tanto fa bene all’umore e dà la giusta carica per rispettare le regole alimentari. La giusta motivazione nella dieta è necessaria non solo per perdere il peso in eccesso, ma anche per mantenere la linea, una volta concluso il percorso dietologico.

Sostenere che dimagrire richieda una forte motivazione è un concetto semplice, ma non deve essere dato per ovvio o scontato se riflettiamo sul fatto che tra le migliaia di persone che intraprendono un percorso dimagrante solo poche ottengono e mantengono i risultati sperati.

Forse l’errore è quello di cercare il tutto e subito, la scorciatoia, sapendo che la risorsa motivazionale è fragile. Il “vorrei ma non ci riesco“, significa solo “non sono sufficientemente motivato“. Ed è un gran bel problema, poiché la motivazione può nascere solo da sé stessi.

Certo, il compito di un buon dietologo è anche quello di essere empatico, una sorta di coach, ovvero di tenere alto lo stimolo del suo paziente. Tuttavia occorre che lo stimolo ci sia. Più è forte la causa, il motivo (non necessariamente medico) per cui si vuol dimagrire, maggiore sarà la motivazione. Laddove questa non fosse costruita su emozioni positive, sulla disciplina e sulla voglia di farsi del bene, si aprirebbe lo spazio per i disturbi del comportamento alimentare.

Per avere la giusta motivazione a dimagrire, occorre vivere un periodo di equilibrio emotivo che permetta di saper accettare la frustrazione di eventuali fallimenti. Altrimenti, a quel punto, lo scatenarsi di un circolo vizioso diventerebbe ineluttabile: fallire determina frustrazione e bassa autostima e tutto ciò riduce l’adesione al programma con la non infrequente ricaduta nel ricorso al cibo consolatorio.

Stabilità psicologica significa anche autoaccettazione e, se non si lavora su sè stessi, non si gradirà mai la propria immagine fisica. In questo caso, a prescindere dai chilogrammi e dai centimetri, il peso sarà sempre considerato eccessivo, la pancia sempre prominente, il seno sempre inadeguato, i polpacci sempre grossi e le cosce sempre gonfie.

Rafforza la motivazione il saper apprezzare i progressi periodici, senza concentrarsi solo sull’obbiettivo finale, talvolta piuttosto lungo a venire.

Giova concentrarsi sugli aspetti positivi, dunque! Ad esempio, perdere 3 kg il primo mese e solo uno nel secondo, non deve essere interpretato come una riduzione del processo di dimagrimento, bensì come la conquista di una perdita di 4 kg.

Non solo per esperienza personale, ma anche perché sono dati statistici assodati, è certo che le persone che hanno obiettivi realistici ed aspettative positive, e che si sentono sicure della propria capacità di raggiungere gli scopi prefissati, tendono a perdere più peso.

Come contraltare, invece, chi ambisce a perdere molto peso in fretta ha altissime probabilità di abbandonare il programma perdendo la motivazione. Uno studio condotto su donne in sovrappeso che hanno partecipato ad un comune programma di perdita ponderale ha rilevato che quelle focalizzate sul processo, e non sul risultato finale, hanno maggiori probabilità di successo e meno probabilità di deviare dalla propria dieta rispetto a quelle che si concentrano solo sul risultato finale.

Per chi deve dimagrire per fini salutistici, rammento che anche solo una perdita di peso del 5-10% rispetto a quello iniziale può avere un grande impatto sulla salute, ovvero può migliorare il controllo della glicemia, abbassare i livelli di colesterolo, trigliceridi, acido urico, può normalizzare la pressione arteriosa e può ridurre i dolori articolari.

Alcuni traggono giovamento dal tenere sempre viva la motivazione usando un diario alimentare per monitorare il proprio comportamento e confrontarlo con la perdita di peso raggiunta periodicamente.

Utile anche il creare un supporto sociale, coinvolgendo le persone giuste, con le quali condividere obbiettivi e metodi. Alcuni pazienti mi hanno confidato che è giovato loro anche formalizzare l’impegno, rendendolo pubblico: così facendo hanno avuto maggiori probabilità di perseguire i propri obiettivi grazie all’aumento del senso di responsabilità.

Corretta comunicazione tra dietologo e paziente

Come messaggio conclusivo, direi che bisogna tenere sempre vivo il dialogo e la corretta comunicazione tra dietologo e paziente. Ma occorre anche che il paziente, per mantenere la motivazione a dimagrire, migliori il dialogo con sé stesso.

L’esercizio fisico e il deficit calorico sono fondamentali, ma è la prospettiva mentale del paziente a fare la differenza tra successo e fallimento. Non bisogna mai esagerare con l’autocritica. Se questa è eccessiva diventa una cosa destinata a sabotare gli sforzi e ad innescare la secrezione del cortisolo, ormone dello stress. Questo, a sua volta, stimola il desiderio di junk food, cibi grassi e dolci.

Il filone sullo stress, dieta e stile di vita pretende spazi non ridotti e ne riparleremo più in là.

La prossima settimana invece provo a farvi meditare…..

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