Agrumi

“Sai tu la terra ove i cedri fioriscono?
Splendon tra le brune foglie arance d’oro
pel cielo azzurro spira un dolce zeffiro
umil germoglia il mirto, alto l’alloro.”
(Goethe)

Il Sole in Inverno
Raggio di sole in bella mostra sulla tavola in cucina.

Erano una delizia soprattutto quando fuori, già buio, ero seduto al tavolo accompagnato dai rivali quaderni di scuola, e a farli diventare preziose spremute per proteggermi dalle insidie invernali ci pensava mia madre. Con la quale, dovevo poi combattere sul numero di cucchiaini di zucchero da versare nel bicchiere.
Io preferivo quelle rosse dal gusto più forte e più intenso; e gli scherzi con la buccia che strizzavo negli occhi di mia sorella; e le rincorse intorno al tavolo che si concludevano con il solito scappellotto della mamma.

Ed ancora…
Le bucce messe ad arrostire sulla brace che sprigionavano intensi profumi prodotti dagli oli essenziali, impregnando l’aria del caratteristico aroma degli inverni passati davanti al focolare. Così il pensiero vola in Sicilia, alla Conca d’Oro, alla vallata degli alberi delle arance, ai valori di verghiana filosofia, alla meridionalità, alla famiglia, alla terra. Anche al giorno d’oggi un’arancia sul tavolo è una bella immagine, evoca ristoro e sembra profumare la stanza. E nel cuore dell’inverno, ci porta negli occhi immagini di terre assolate, di alberi fioriti, di colori vividi e accesi.

Arance, mandarini, limoni, pompelmi e cedri sono frutti dissetanti, energetici e ricchi di vitamine e gli agrumi sono i protagonisti della nostra tavola nel periodo invernale. Provengono da piante della famiglia del “citrus”, contengono l’80-90% di acqua, piccole quantità di zucchero, in prevalenza fruttosio, buone quantità di acidi organici, in particolare l’acido citrico, dosi discrete di sali minerali come calcio, potassio, zinco e vitamina C in grande quantità.


L’arancia

Amica arancia, scrigno di vitamina C, che rimane attiva solo nei vegetali freschi e crudi. Viene distrutta durante una lunga conservazione oppure durante l’esposizione a temperature sopra i 50 gradi. La vitamina C gradisce il freddo, non il caldo. Ecco allora che l’amica arancia compare sulle nostre tavole in tardo autunno ed in inverno, quando vi è scarsa disponibilità di frutta e verdura fresca da consumare cruda. Un apporto quotidiano di agrumi durante il periodo invernale esalta le difese immunitarie e potenzia le resistenze del corpo umano contro agenti fisici ed ambientali. Non è comunque la panacea contro influenze e raffreddori: aiuta a prevenirli, ma a malattia in corso è scarsamente o affatto efficace.

Madre Natura non lascia nulla al caso. Accanto alla vitamina C nelle arance vi sono i flavonoidi, pigmenti vegetali creatori delle splendide sfumature giallo-rosso della polpa. L’azione simultanea della vitamina C e dei flavonoidi esercita un intervento rigeneratore sul collagene, il tessuto di sostegno della cute, il cui cedimento può portare alla formazione di pieghe, rughe, smagliature, inestetismi vari; produce infine una migliore permeabilità della parete dei capillari combattendone la fragilità.

Perché hanno un sapore aspro?

Agrumi lo dice già la parola: frutti con sapore acido, “pungente”. È l’acido citrico il principale creatore dell’acidità delle arance, assieme ad altri acidi organici: tartarico, malico, fumarico. Esso ha un preciso ruolo protettivo della vitamina C contenuta nella polpa della arancia e migliora anche l’assorbimento di calcio, magnesio e ferro. Da qui il consiglio di consumare arance o spremuta fresca durante i pasti principali.

Carta d’identità nutrizionale dell’arancia: 100g apportano mediamente 34 Kcal con un contributo di 7.4 g di carboidrati.

Per chi segue un regime alimentare ipocalorico è consigliabile gustare il frutto intero e non spremuto, perché fornisce una maggiore quantità di fibra che aumenta il senso di sazietà. Se spremuta, la fibra sminuzzata è meno efficace nell’allontanare la sensazione di fame. La spremuta fresca resta largamente da preferire rispetto alle bibite e ai succhi di frutta confezionati.

Il succo di arancia aiuta ad aumentare i livelli di citrato nelle urine e a ridurre la cristallizzazione dell’acido urico e dell’ossalato di calcio.

Se sbucciando l’arancia hai l’abitudine di togliere la pellicola bianca che rimane attaccata al frutto, commetti un errore. Si, perché in quella pellicola bianca apparentemente inutile, si concentra la pectina, che accelera il transito intestinale degli alimenti, prevenendo la stipsi e creando un’appagante sensazione di sazietà.

Invece la buccia contiene sostanze aromatiche, i terpeni, che bloccano la sintesi del colesterolo. La buccia però, nella filiera alimentare, è trattata chimicamente e quindi non edibile.

In base alle dimensioni si distinguono in arance da tavola (dalla buccia grossa e facilmente asportabile) e da spremuta (a buccia sottile). In base al colore della polpa troviamo arance bionde o sanguigne. Il vivace colore della buccia rappresenta anche una specie di filtro capace di fermare la luce del sole, che, se riesce a penetrare, degrada la preziosa vitamina C.

E allora, bionde o sanguigne?

Vanno bene tutte e due. Se proprio bisogna scegliere, le rosse contengono più flavonoidi e caroteni e hanno quindi un maggior potere antiossidante contro i radicali liberi. Sono le più ricche di sostanze antiossidanti chiamate antocianine, in grado di proteggere le nostre cellule e di evitare che si “arrugginiscano”.

E gli altri agrumi? Tutto qui?

Ovviamente no. Ma vi rimando al post della prossima settimana per la continuazione 😀

3 thoughts on “Agrumi

  1. Conosco il Dott. Angelo da quando a Montisola, famosa isola del lago d’Iseo, ebbi occasione di sentirlo parlare di Fiori Di Bach, anni fa.
    Da allora non finisce di stupirmi per il suo sapere poliedrico che snocciola con disinvoltura, passando da un campo di esperienza all’altro, con citazioni e intuizioni sempre nuove… che sia tra amici o in momenti di lavoro, o in scritture snelle e ricche al tempo stesso, come quelle che trovo in queste pagine, sempre aggiunge qualcosa che non sapevo…che bello!

  2. Agli agrumi come per la pianta del carrubo ,sono legate numerosi miti e leggende e una di queste deve alle prodezze di Ercole se noi conosciamo gli agrumi.Riuscì a rubarli dal giardino di Giunone ,sposa di Giove,eludendo la vigilanza delle ninfe Esperidi. Questo splendido giardino di agrumi sarebbe giunto fino a noi e si troverebbe nella valle dei Templi in Agrigento.In precedenza fu in occasione delle nozze tra Giove e Giunone che la dea Terra avrebbe piantato in onore della sposa e in un giardino,alcuni alberi dai frutti simili a sfere d’oro(agrumi),simbolo di fecondità e d’amore. Il capo degli dei ,Giove,avrebbe messo a custodia del giardino tre fanciulle le Esperidi dal canto dolcissimo,figlie di Atlante e Notte.Da questo mito poi deriverebbe il significato augurale legato alle nozze, che viene attribuito ai fiori d’arancio.Questo mito spiegherebbe l’origine e la diffusione (dall’India al medio oriente, in Sicilia particolarmente attraverso i Greci per poi a tutto il mediterraneo) di questi preziosissimi agrumi. In verità ci sarebbe ancora tanto da dire, ma credo che una volta a tavola, più che la loro “storia”, la nostra attenzione e curiosità è attratta più dal desiderio di conoscerne gli innumerevoli benefici a difesa della nostra salute.Ecco allora venirci incontro o in nostro aiuto a soddisfare il nostro bisogno di conoscenza il nostro dott Angelo la cui competenza professionale (non più bisognosa di presentazioni e arcinota a tutti noi ormai),brilla per esaustività,dovizia di particolari , presentati(e questo è un suo altro grande merito) in modo comprensibile anche ai non addetti ai lavori. Una sottolineatura che interessa in modo particolare il sottoscritto.Grazie dott Angelo e alla prossima.

  3. Was für ein wunderbarer Artikel lieber Dr. Bianco. Ich sehe alles deutlich vor mir. Die Fotos sind auch sehr dekorativ. Ich werde gleich gehen und Orangen kaufen!

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