Gli esami non finiscono mai

Per insegnare bisogna emozionare,
molti pensano che se ti diverti non impari.

Maria Montessori

Il buon Insegnante

L’aiutino, che poi è un indispensabile grande aiuto, è il Docente.

Bisogna valorizzare la professione, molto delicata, di insegnante. Buon insegnante è colui che svolge il proprio lavoro con passione, trasmettendo agli alunni l’interesse per lo studio e l’apprendimento.

Egli deve saper spiegare bene e con autorevolezza, motivare all’ascolto e allo studio, convincere anche i più distratti a seguire le lezioni e ad impegnarsi. Deve coinvolgere e gratificare l’allievo e deve creare un clima sereno, frutto, questo, del saper ascoltare i propri studenti. Ma, soprattutto, deve avere spiccate dote di empatia che gli permettano di governare le proprie emozioni e quelle degli studenti.

Carpe diem, cogliete l’attimo ragazzi,
rendete straordinaria la vostra vita.
Dal film “L’attimo fuggente”

Imparare a riconoscerle vuol dire, essenzialmente, provare a mettersi in discussione, ad accettarsi, ad aprirsi al confronto. Non a caso emozione deriva dal latino ”emotus”, participio passato di emovere, ovvero portar fuori, smuovere, scuotere.

Le emozioni contribuiscono al successo nell’apprendimento, al fare proprie le conoscenze e i significati. Se adeguatamente valorizzate dalla didattica, le emozioni possono trasformarsi in una risorsa, al pari del contenuto dell’azione formativa, perché l’alunno/studente non solo pensa ed elabora, ma “sente” e partecipa. Se l’insegnante/docente le mette in luce in modo efficace, facendole diventare parte della didattica, queste emozioni possono diventare una leva formidabile a sua disposizione, contribuendo a uno sviluppo che tenga presenti contemporaneamente, e in maniera equilibrata, gli aspetti razionali, emozionali e cognitivi.

Ogni relazione educativa tra insegnante-docente e alunno-studente deve essere incontro e scambio, partecipazione e alleanza, fiducia e stima, dialogo e comprensione. In questo clima ideale le emozioni non possono essere tralasciate. Per insegnare bisogna emozionare e soprattutto bisogna emozionarsi, nel vedere i giovani crescere intellettualmente.

E’ importante capire che l’impegno paga e, considerato che il primo impegno è quello dell’insegnante, i genitori non ne devono minare, agli occhi del figlio, l’autorevolezza. Anche perché l’insegnante, sicuro della propria autorità, può meglio concentrare la sua attenzione sugli studenti. Per un insegnante (dietologo) creativo, la didattica (dieta) non è solo trasmissione di informazioni ma soprattutto capacità di suscitare interesse e voglia di apprendere (educazione alimentare).

L’insegnante che sa comunicare sa anche motivare perché sa come incoraggiare e sostenere l’allievo nel suo percorso. Se attenzione e concentrazione mancano, neppure la migliore delle intelligenze può arrivare a dei risultati. Ritornando al discorso cruciale degli esami…

Gli esami

Esami di maturità, esami universitari, test di ammissione alle facoltà…per moltissimi studenti queste settimane sono estremamente faticose, cariche di stress e di ansia per le prove imminenti. Nozioni e pagine da memorizzare sembrano accumularsi inesorabilmente, di pari passo con la sensazione di non essere sufficientemente preparati, di non riuscire a concentrarsi e assimilare quello che si è studiato, di non farcela a ricordare tutto, di saperne meno degli altri. E così, man mano che si avvicina la data dell’esame, aumentano l’angoscia e la paura di non farcela, il timore del fallimento, la convinzione di essere respinti, il tutto accompagnato da una grande stanchezza fisica, difficoltà ad addormentarsi, mal di stomaco o colite di origine ansiosa, mal di testa da sovraccarico, irrequietezza, agitazione e tensione nervosa.

Ogni problema va affrontato prima in noi stessi, nella nostra coscienza.

Alla base del buon esito di un impegno scolastico c’è la serenità, così come alla base di un qualunque impegno nella vita c’è la consapevolezza di aver fatto fino in fondo il proprio dovere, senza alibi o scorciatoie. Va comunque detto che una moderata quantità di stress aumenta le nostre performance e ci rende più resistenti.

Un consiglio apparentemente banale: fare ordine interiore. Ordine significa concentrazione e disponibilità alla fatica. Studiare è faticoso. Molto faticoso.

Star seduti su “un libro”, rimanere concentrati per ore, afferrare i concetti, collegarli fra loro, farli propri, memorizzare, tutto ciò implica un rilevante impegno fisico e intellettivo che fa un po’ a pugni con l’allegra dispersione del tempo, con l’uscire, mandare messaggi agli amici, andare su Instagram o Facebook…

Studiare significa faticare.

Chi accetta questa realtà ha già risolto una gran parte del problema. Avere ordine significa avere un metodo di studio. Studiare con improvvisazione e frammentarietà produce dispersione del lavoro cosicché può capitare che, anche una pur rilevante quantità di studio, non porti a risultati apprezzabili.

Bisogna avere un metodo.

Non necessariamente rigido, ma comunque certo e consolidato. Davanti ad un consistente carico di studio lo studente deve già sapere in anticipo come organizzarsi e affrontarlo. E’ evidente che alcuni presupposti metodologici sono ineliminabili. Lo sono la completezza dello studio (non saltare o minimizzare alcuni argomenti) e la determinazione nell’afferrare talune nozioni (passare oltre a ciò che non si è capito può essere deleterio). Lo stesso vale per l’analisi e la sintesi, riferita ad argomenti sia generali sia particolari (a cerchi concentrici), e per il collegamento logico tra le nozioni.

Ordine

Ordine significa anche mettersi nella condizione di avere la coscienza a posto riguardo al lavoro fatto. E’ del tutto evidente che ogni esame reca con sé anche una certa quota di imponderabilità. E, rispetto ad eventi imprevedibili e sfortunati, è meglio essere sereni, ossia sapere di aver fatto tutto il possibile per giungere preparatiti all’appuntamento.

La consapevolezza di aver fatto fino in fondo il proprio dovere rende tranquilli anche se non elimina il rischio che l’esame vada a male. In sostanza, non c’è una bacchetta magica, filtri, pozioni miracolose che possano risolvere i problemi. Bisogna lavorare sodo e bene, con ordine, e non cercare alibi in se stessi o al di fuori. Ricetta, questa, infallibile, ma faticosa, e, a quanto pare, non del tutto scontata.

Ma ……ho la sensazione di perdere la concentrazione! A questo punto, forse, è meglio che faccia un pisolino.

Riprenderemo la prossima settimana.

3 thoughts on “Gli esami non finiscono mai

  1. Wie wahr lieber Dr. Bianco. Man ist immer gerne dabei, Ausreden zu finden, weshalb man etwas nicht tun kann. Auch mit der Ordnung ist es so eine schwierige Sache. Aber wie beim Lernen, so auch bei anderen Aufgaben funktioniert nichts ohne Konzentration und Ordnung.

  2. Può sembrare ai più che il dott.Angelo trattando,questa volta, di esami scolastici,da dietologo(che poi di riflesso sono quelli che affrontiamo nella vita di ogni giorno) ,ripeto, può apparire un tema non pertinente per una figura professionale come la sua che si riterrebbe quasi marginale,come una forzatura.una sorta di”cavoli a merenda”. Il cuore dell’articolo del Nostro che permette,invece,a mio avviso,di giustificare la necessaria presenza o intromissione della figura e apporto del dietologo,per ciò che riguardano gli esami in genere alla stregua,naturalmente,del ruolo o funzione del docente e del suo operato,sta proprio in un passaggio significativo dove si recita:”Per un insegnante (dietologo)creativo,la didattica(dieta)…(educazione alimentare)”.Se il dietologo è colui che,conosciuti i reali problemi di un paziente obeso,le varie cause(psicologiche,ambientali,sociali o relazionali),sa pazientemente,sapientemente ed empaticamente indirizzarlo, correggendone le distorsioni nutrizionali ,ebbene non opera allo stesso modo,forse, il buon docente che per ogni allievo sa opportunamente suggerire ottimi rimedi(regime dietetico) per un apprendimento(educazione alimentare),sempre meno nozionistico e più creativo(divergente)?.Ancor di più in tempi di esami quando stress e tensioni la fanno da padrone. Tutti sanno allorchè sottoposti a forti pressioni emotive ,come il Nostro bene sottolinea,e ancor più quando si tratta di affrontare prove decisive(chi non le ha mai vissute!) e particolarmente significative,spesso e volentieri possono indurre a errori dietetici(a volte non senza conseguenze) : dal digiuno da”stomaco chiuso” alle overdosi di bevande(in piena estate) eccitanti(caffè, ecc.) o di snack ipercalorici per “tirarsi su”. Strategie che sembrano lì per lì rimediare, ma che alla lunga producono effetti opposti a quelli sperati.Da qui la necessaria “educazione alimentazione” suggerita allo studente (da parte del dietologo) che tradotta in termini didattico-professionale da parte del docente può significare,nei confronti dell’allievo,l’apporto di ottimi consigli con la ricerca di un corretto metodo di studio(dieta),evitando errori di apprendimento(il non corretto regime alimentare, che non vuol dire “punitivo”) che renderebbe vano ogni sforzo. Insomma,quando indispensabile,se non sempre,come il dott.Angelo puntualmente ha qua e là raccomandato,occorre che stomaco e mente(il detto “mens sana in corpore sano”) osservino, ognuno nel rispetto delle proprie funzioni, regole precise(regime dietetico appropriato),indispensabili nel raggiungimento di obiettivi certi.Su tutto ciò il dott. Angelo si è speso lungamente.”Gli esami non finiscono mai”che da il titolo al testo del Nostro(ed è pure il titolo dell’ultima commedia del Grande Edoardo),diventano così una sorta di idea fissa,un monito che ci vede impegnati,affannosamente, a fare un continuo riesame della propria vita alla ricerca di un equilibrio solo raggiungibile,senza un termine,proprio perchè “gli esami non finiscono mai”,appunto. Grazie al dott. Angelo che ci offre tante occasioni utili a meditare, con suggerimenti sempre illuminanti e ricchi di stimoli sempre nuovi, e necessari a orientare la nostra vita.Un grazie va alla sua professionalità,tenacia e alla passione profuse con tanta generosità per il bene comune . Cosimo(mimino)

  3. Considerazioni assolutamente condivisibili: ci vuole metodo e organizzazione mentale per superare tutte le sfide che la vita propone, a partire, quindi, dagli studi scolastici!!
    Buon lavoro caro Angelo, Renata

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