Adolescenti e alimentazione

Detesto l’uomo che manda giù il suo cibo non sapendo che cosa mangia.
Dubito del suo gusto in cose più importanti.

(Charles Lamb)


Non riesco a sopportare quelli che non prendono seriamente il cibo.
(Oscar Wilde)

I dati di persone affette da disturbi alimentari  durante l’emergenza Covid hanno registrato una vorticosa impennata. Per lo più a carico degli adolescenti, i quali, oltre agli stati d’ansia, depressione, isolamento virus dipendente sono sempre bombardati da storie Instagram, dove ragazze con corpi magri e ragazzi con corpi scolpiti mangiano piatti abbondanti scherzando sui continui “sgarri”, da promozioni di sostituti del pasto o prodotti detox, da diete miracolose.

Da lustri vi è una difficoltà delle istituzioni a comunicare con gli adolescenti. E’ risaputo che più aumenta il tempo che bambini e ragazzi passano davanti a uno schermo (del televisore, ma anche del computer, del cellulare, del tablet, dei videogame), il cosiddetto “screen time”, più la qualità della loro alimentazione si allontana dalla dieta salutare (mediterranea).

La scuola non può sottrarsi al compito istituzionale di informare e di formare i giovani consumatori, per attenuare lo strapotere accattivante dei media e degli spot pubblicitari, concepiti per attrarre consumatori e non certo per fornire le basi scientifiche necessarie per ogni libera scelta.  Gli studenti ad esempio dovrebbero almeno sapere che l’ordine dei componenti citati in etichetta è obbligatoriamente decrescente, in base al peso; il prodotto citato per primo è sempre quello presente in quantità maggiore, mentre le voci successive si riferiscono a ingredienti dal peso progressivamente inferiore e meno influente, almeno sul piano energetico.

Un consumo più attento e informato

Imparare a  interpretare le etichette dei prodotti alimentari è un ottimo strumento per scegliere bene al momento dell’acquisto. La presenza di additivi, la lista degli ingredienti, l’etichetta nutrizionale, ci permettono di confrontare alimenti simili e decidere l’acquisto senza farci influenzare troppo dal marchio o dalla pubblicità.

 I  genitori a loro volta dovrebbero anche educare i propri figli a non eccedere con i dispositivi. Si è visto in diversi studi americani  che il cibo spazzatura domina le interazioni social dei ragazzi americani con i marchi alimentari. Ma anche da noi non è infrequente trovare da nord a sud una  ripetitività di certi comportamenti di gruppo, all’insegna di hamburger, patatine fritte, pizze, bevande zuccherate, abitudini ostentate quasi a sottolineare il distacco dalla tradizione alimentare degli adulti.

Spesso gli adolescenti italiani saltano la colazione, mangiano poca frutta e verdura e consumano alcol, a volte anche smodatamente (binge drinking). 

In merito alla necessità della prima colazione è opportuno segnalare l’importanza del latte, poiché esiste un “picco osseo” di capitalizzazione ossea del calcio, che si raggiunge intorno ai 20-25 anni. Ecco quindi l’importanza di partire con il massimo possibile del capitale in modo da affrontare “meno peggio” l’erosione degli anni. Attenzione, anche a certe diete alla moda. Ad esempio, se la dieta è eccessivamente iperproteica  l’eccesso di proteine e sodio favorirebbe l’eliminazione renale del calcio e quindi il depauperamento delle sue riserve ossee.

Mi ripeto:  il rapporto col cibo ha valenze multiple e controverse che non possono ridursi soltanto al conteggio calorico dei nutrienti.  L’errore di fondo sta nel semplificare una questione complessa (di cui l’alimentazione è solo un aspetto) riversando su singoli alimenti le colpe di uno stile di vita sbagliato e di un’educazione alimentare subappaltata dalla scuola agli spot pubblicitari È ben più grave e più vero il fatto che i nostri ragazzi, come i genitori, si ammalano di sedentarietà.

L’indolenza e la pigrizia predispongono all’obesità più degli stessi errori alimentari.  L’alimentazione in età adolescenziale è di fondamentale importanza per una crescita corretta e per la prevenzione di patologie in età adulta.

Piuttosto che segnalare sempre i più frequenti errori alimentari  proviamo ad essere ora un po’ propositivi, in modo che la giornata alimentare sia osservata con la giusta attenzione.

CINQUE PASTI AL GIORNO

La giornata alimentare si dovrebbe snodare in cinque pasti, equilibrati e variati per composizione in modo da contenere tutti i tipi di nutrienti: carboidrati, fibre, proteine, grassi, vitamine e sali minerali.

Da evitare che l’intervallo tra un pasto e l’altro superi le 4-5 ore. Un eccessivo aumento della fame, infatti, induce poi a mangiare troppo al pasto successivo c’è anche una distribuzione dei pasti errata.

ALTERNARE LE FONTI PROTEICHE: i legumi, il pesce, le uova, la carne, il latte e derivati.

CONSUMARE REGOLARMENTE FRUTTA E VERDURA, per la ricchezza in minerali, oligoelementi preziosi, vitamine, fibre, utili anche a promuovere una congrua masticazione.

PREFERIRE CARBOIDRATI COMPLESSI A QUELLI SEMPLICI  ED I GRASSI VEGETALI A QUELLI ANIMALI:   I cereali integrali, inoltre, possono essere d’aiuto per aumentare l’apporto di fibra.

L’utilizzo di condimenti di origine vegetale, in particolare olio extra-vergine di oliva, serve a ridurre l’apporto degli acidi grassi “saturi” (presenti invece nei grassi di origine animale o in quelli vegetali idrogenati) che sono più pericolosi per la salute delle nostre arterie.

SCANSIONE DEI PASTI

Colazione

La colazione è un momento irrinunciabile.
Si può cominciare con pane e un velo di miele o marmellata, oppure pancake, cereali, biscotti, fette biscottate o prodotti da forno. Il tutto abbinato a una tazza di latte, yogurt bianco o bevande vegetali e a una porzione di frutta fresca.

Spuntino e merenda

Lo spuntino della mattina serve a spezzare il digiuno e a fornire energia a rapido consumo.  La merenda pomeridiana rappresenta invece una pausa rilassante. Entrambi devono essere variati, moderati, senza eccedere con zuccheri e calorie, come con certe bevande gasate e zuccherate e gli energy drink. Tra merenda e cena dovrebbero trascorrere almeno 3-4 ore per agevolare i processi digestivi ed evitare cali glicemici troppo alti.

Pranzo

Il pranzo è il pasto più importante della giornata e dovrebbe garantire il 40% delle calorie totali giornaliere. Per essere equilibrato deve contenere il giusto apporto di carboidrati, proteine, grassi e micronutrienti. Può essere strutturato con un primo e un secondo piatto, verdura cruda o cotta e pane, oppure con un piatto unico, verdura cruda o cotta e pane.

Cena

La cena, infine, dovrebbe essere semplice e leggera e consumata in famiglia. È il pasto che riunisce il nucleo familiare e può costituire un momento privilegiato di comunicazione fra genitori e figli. Alla base di una cena nutriente dovrà esserci una quota adeguata di carboidrati, accompagnati o combinati a una porzione proteica. Essendo il pasto che precede il sonno, meglio se contiene ingredienti semplici come carne o pesce o formaggi magri, con l’aggiunta di olio a crudo dopo la cottura.

L’abitudine del rifiuto verso le verdure va combattuta. Se ne può proporre un assaggio a inizio pasto e poi più avanti, come contorno o inserirle nella preparazione di piatti unici.

La prossima settimana parleremo di alimentazione autunnale

Gioiosa educazione scolastica

L’entusiasmo è per la vita
quello che la fame è per il cibo.
(Bertrand Russel

Le abitudini alimentari si formano già durante l’infanzia. Gli insegnanti e la scuola assumono un ruolo sempre più importante nell’indicare quelle sbagliate come, ad esempio, la propensione a mangiare sempre le stesse cose o l’avversione costante a un alimento particolare (quasi sempre, per i ragazzi , la verdura).

La collaborazione tra insegnanti e genitori, l’esempio di compagni abituati a “mangiare di tutto”, possono essere contributi efficaci nel valorizzare i giusti comportamenti alimentari. Mangiare a scuola deve essere per il bambino un momento di piacevole convivialità, e occasione di apprendimento e di gioco.

Meglio evitare i “ricatti” del tipo:“se mangi questo, ti darò quest’altro”: i risultati sarebbero scarsi o addirittura controproducenti. Le ricerche sui comportamenti alimentari sono unanimi nel ritenere che l’atteggiamento di quasi tutte le persone nei confronti del cibo dipenda in larga misura dalle scelte fatte a suo tempo dai loro genitori.

Dando ai nostri figli un dolce come premio per un comportamento che abbiamo apprezzato, o rivolgendoci loro con frasi del tipo “sei stato buono allora ti compro un gelato”, rafforziamo il loro desiderio nei confronti di quel cibo. Il rischio è che alcuni alimenti diventino un mezzo per ottenere gratificazione anche nella vita adulta o che vi si ricorra per affrontare momenti di stress o di depressione.

Altro suggerimento: non essere mai troppo rigidi. I genitori che controllano assiduamente ciò che mangiano i loro figli potrebbero ottenere l’effetto opposto e favorire la preferenza per i cibi “proibiti”. Non è neppure il caso di fare un dramma se il bambino salta un pasto o a volte mangia svogliatamente o smette improvvisamente di mangiare un certo cibo.

Accettiamo l’idea che anche nostro figlio possa dire: “questo cibo non mi va”. L’educazione al gusto richiede tempo e pazienza. Ad esempio, offrendo ai piccoli la verdura cruda come antipasto spesso se ne favorisce l’assaggio nel momento di maggior appetito.

Altri espedienti per rendere accetto un alimento: servirlo in modi diversi, o metterne, ogni tanto, piccole quantità nel piatto senza forzarne l’assaggio; meglio ancora, coinvolgere i piccoli nell’acquisto del cibo e nella preparazione del pasto.

I bambini imitano gli atteggiamenti dei genitori nei confronti dell’alimentazione. Proporsi come un buon modello è strategia sempre valida. Non a caso a scuola, quasi sempre, gli stessi bambini smettono di fare storie riguardo a un certo cibo, in quanto esso non è più oggetto del contendere ed è più facile che, in quella sede, passino novità gastronomiche rifiutate in altre circostanze.

Obiettivo di una sana educazione nutrizionale potrebbe essere il riscoprire alcuni alimenti dimenticati (ad esempio cereali del passato quali orzo, miglio, farro) o l’approfondire la conoscenza dei vari tipi di ortaggi e frutta, con riferimento alla stagionalità e alle modalità di coltivazione.

Spesso la mensa scolastica deve barcamenarsi tra ciò che sarebbe bene proporre e ciò che i ragazzi, e con loro i genitori, accettano.

Nella programmazione dei pasti domestici, è necessario tener presente ciò che si mangia nel corso della giornata. Di sera, se il pranzo è consistito in un primo piatto asciutto, è consigliabile proporre un passato di verdure o un piatto di brodo, così come è opportuno alternare le verdure cotte alle crude e farlo cercando di evitare a cena piatti a base di carne se già consumati a mezzogiorno.

Per i genitori è importante sapere cosa il bambino abbia mangiato a scuola e quali ingredienti siano stati usati come condimento, o come sia stato cotto un alimento, per non riproporre le stesse preparazioni la sera, in modo che i due menù forniscano un apporto bilanciato di nutrienti.

UNA DIETA VARIA E NUTRIENTE.

Per quanto riguarda i primi piatti, è meglio privilegiare la pasta corta; i formati lunghi, come gli spaghetti, non risultano molto agevoli per i più piccoli che hanno ancora poca dimestichezza con le posate.

I bambini, generalmente, mostrano di apprezzare il sugo a base di tonno e pomodoro, ma anche un piatto di pasta condito con il solo tonno, e insaporito con un po’ di salvia, risulta spesso gradito.

Passando ai secondi, è bene evitare di restare troppo a lungo ancorati alla “fettina” di carne. Il suggerimento è sempre di differenziare il tipo di alimento. Ad esempio, parlando di carne, è bene variare dal petto di pollo alla braciola di maiale e alla bistecca di vitellone cercando di non annoiare i piccoli commensali.

Può anche essere utile cambiare l’aspetto della solita scaloppina e, in tal caso, condirla con il limone, o sfumarla con l’aceto è sufficiente ad ottenere una variazione semplice ed efficace. Di solito i bambini non amano il pesce e allora, per non limitare l’offerta al solo pesce bianco, oltre alla platessa e al merluzzo, si può proporre loro un branzino al sale (tagliato in liste sottili e senza le lische) o un’orata cotta in padella con un filo d’olio, un rametto di rosmarino e uno spicchio d’aglio (da togliere a fine cottura).

Divertente sarebbe, poi, preparare i piatti con i nostri bambini lasciando ovviamente a loro i compiti più semplici. Cucinando insieme, si possono creare tanti primi piatti gustosi. In questo modo si sentiranno coinvolti e apprenderanno, divertendosi, utili nozioni di cucina. In più, questo piacevole passatempo si tramuta, per il bambino, nel piacere di poter dire: “questo l’ho preparato io!”

La prossima settimana il capitolo scuola e alimentazione coinvolgerà gli adolescenti.

Educare divertendo

Coloro che fanno distinzione fra intrattenimento ed educazione
 forse non sanno che l’educazione deve essere divertente 
e il divertimento deve essere educativo”. 
Marshall Mc Luhan

Per insegnare bisogna emozionare,
molti pensano che se ti diverti non impari.
Maria Montessori

Ho più volte espresso il concetto che il sovrappeso e l’obesità sono un enigma genetico-metabolico  che si intreccia in modo indissolubile con le situazioni comportamentali e ambientali.

Avendo sperimentato più volte a livello professionale  le enormi difficoltà di far calare di peso e soprattutto di far stabilizzare il peso perduto nei confronti degli adulti, ritengo doveroso attuare un progetto di ampio respiro e che preveda una alleanza tra scuola, famiglia e società.

Non più una sporadica e pertanto effimera campagna straordinaria di educazione alimentare.

Reputo sia doveroso un controllo delle informazioni destinate ai consumatori mirando soprattutto ad interventi da rivolgere preferibilmente alle nuove generazioni.  

Del resto già nel lontanissimo 1999 la scuola di Harvard formulò dettagliate raccomandazioni per esortare una corretta comunicazione di novità scientifiche, nel campo della nutrizione e della sicurezza alimentare.

Dal mio umile punta di vista reputo che farebbero bene a leggere e rileggere tali consegne tutti gli “addetti a lavori”, medici, giornalisti, influencer o altri benemeriti “cultori della materia”.

L’obiettivo etico è quello di migliorare il livello di informazione e di comprensione consapevole da parte dei cittadini, onde evitare fraintendimenti frutto di esagerati allarmismi.

Sarebbe utile anche  sforzarsi di non abboccare a promozioni miracolistiche di  millantate e prodigiose diete, alimenti, integratori  effettuate con slogan “esca” frutto di informazioni parziali e non verificate.

Come più volte sottolineato da lustri dal professor Del Toma, occorre attuare un monitoraggio territoriale ed intervenire strategicamente già con le gestanti, negli asili e nelle scuole.

Solo attuando per tempo contromisure efficaci prima che si consolidi uno stile di vita scorretto si può fare efficace prevenzione, non aspettando che l’obesità evolva in un punto spesso di non ritorno.

Fondamentale altresì un dato allarmante: l’errore più grave è nell’innaturale stile di vita dei ragazzi.

Condannati a muoversi in spazi ristretti, a restare seduti per troppe ore sui banchi di scuola o davanti alla televisione, non riescono più a sfrenarsi in quell’attività fisica che ha accompagnato l’infanzia dei nonni ed in misura più ridotta anche quella dei loro genitori.

E se la scuola provasse anche a divertire? E’ risaputo che le emozioni giocano un ruolo fondamentale nei processi di apprendimento ed è assodato che si impara meglio quando ci si diverte. “Nelle nostre scuole si ride troppo poco”, diceva Gianni Rodari.  Perché allora nelle scuole di oggi viene lasciato così poco spazio al gioco, alle risate e al movimento?

Nonostante sia passato qualche lustro, qui di seguito un mio tentativo di mettermi in discussione  da docente “ludico” presso una scuola elementare.


Albus Silente, mago fondente

Oh, ma quanti bambini e ragazzetti mi circondano con grande allegria,
tutti belli, puliti e perfetti, a chiedermi tosto qualche magia.

Io Albus, mago Silente, non mi lascerò certo pregare
e con la mia scienza potente un bel regalo vi vorrò fare.

Ma prima che io vi possa premiare dovete dimostrar di meritare,
cioè, di sapere bene la lezione sulla buona e sana alimentazione.

Invisibile, così, diventerò e in ogni dove vi osserverò.

Uh! Ma guarda quella bambina, con le gote rosse e così bella:
ha riempito una sottile piadina con sette fette di mortadella!

Metto mano, quindi, alla bacchetta e, plik! che sorpresa e che paura
la bimba resta interdetta nel veder la piadina piena di verdura!

Vedi vedi quell’altro bambino, dal sorriso un pò birichino:
ha deciso con incoscienza che della frutta si può far senza.

La mia bacchetta agito qua e là e il gioco è fatto, oplà:
nel suo astuccio il malandrino trova più di un mandarino,
mentre le tasche dei suoi calzoni sono piene d’arance e limoni;

a tavola di corsa si va a sedere ma nei piatti ci son solo pere;
ad aprire il frigo va ora l’allocco, ma … sembra un albero di albicocco;

e non tutto è ancora detto: quante mele nello zainetto,
e giù castagne dall’armadietto! or non ne può più il furbetto

e per evitare altre rogne decide di andarsi a coricare,
ma nel letto ci son mele cotogne: alla frutta si dovrà rassegnare!

Toh, quelle due belle piccine, come si ingozzano di patatine;
e come si rimpinzano quegli altri furfanti con le merendine ai conservanti!

Un incantesimo qui ci vuole: ah! ah! ah! “flipendo”!
dalle risate la pancia mi duole, oh, come mi sto divertendo!

Che faccia ha fatto quella là: aprendo la busta delle patatine
è rimasta come un baccalà, trovandovi fette di zucchine!

E quell’altro ragazzino che ama fare un pò lo gnorri
apre la busta del suo spuntino e dentro trova cavoli e porri!

Insomma, miei cari pargoletti, non son tutte rose e fiori;
ve ne ho fatti di dispetti, ma voi ne fate di tutti i colori!

Una lezioncina vi va data dalla a alla zeta
la dieta dev’essere equilibrata, sana e completa.

Non abbiate, dunque, la testa dura: mangiate pure frutta e verdura,
e non siano per voi come scarafaggi le pietanze a base di ortaggi!

Se così bene vi comporterete il promesso dono riceverete:
poiché bambino anch’io sono stato, plok!, a voi un castello di cioccolato
che in parte è al latte e in parte fondente, parola di Albus Silente!

E ora non mi resta che una parola magica da formulare,  per far meglio il cibo apprezzare:
Vingardium leviosa e di mangiar frutta  e verdura tutta la scuola sarà orgogliosa.

E se i bambini non seguiranno questi consigli,  saranno sempre dei buoni a niente
Ve lo dice il vostro saggio rettore Silente

Giuseppe Piccione e Angelo Bianco


Riprenderemo a fare i seri….con l’educazione scolastica, la prossima settimana

1° Anniversario

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Esattamente un anno fa, precisamente il 10 ottobre 2020, vedeva la luce questo mio blog.

Grazie

Se dopo un anno di articoli, di ricordi, di pensieri, di informazione, di suggerimenti alimentari e di stile di vita sono ancora qui lo devo sicuramente anche a tutti voi. A voi che leggete ogni mia pubblicazione e che costantemente mi dimostrate il vostro interesse commentandomi con partecipate attestazioni d’apprezzamento. Grazie perché questo mi da la forza e l’entusiasmo di continuare.

Naturalmente ringrazio soprattutto quanti mi hanno contattato attraverso questo mio blog e hanno cominciato con me il percorso alimentare LaDietaPromessa.

Per festeggiare questo nostro anniversario non ho pensato a niente di eccezionale ma offrirò volentieri una consulenza alimentare “gratuita” alle prime 3 persone che mi contatteranno attraverso questo indirizzo e-mail: info@ladietapromessa.it.

Ringrazio nuovamente per avermi supportato (e sopportato) in questo primo anno assieme e vi do, come sempre, l’appuntamento al prossimo venerdì per proseguire assieme il nostro percorso.

Un virtuale abbraccio a tutti voi.

Dr. Angelo Bianco

Scuola e colazione

Colui che sa capire una donna, o sa analizzare il genio, o sciogliere il mistero del silenzio,
è anche colui che sa svegliarsi da un sogno bellissimo e poi sedersi a colazione.
(Kahlil Gibran)

La colazione è importante perché aiuta a mettere in moto il corpo
garantendogli il giusto apporto di energia dopo il digiuno notturno.
Ciò non autorizza però a esagerare, e anche per la colazione vale la regola della sobrietà.
(Umberto Veronesi)

L’atmosfera in casa appariva diversa e neppure il sorriso bonario di mia madre riusciva a mutarla. Tutti parevano diventati, all’improvviso, più taciturni. Perfino il gatto di casa sembrava meno tentato dalla pallina legata al filo che gli facevo ondeggiare sul muso quando lo stuzzicavo al gioco.

Le giornate si erano leggermente accorciate. Imbruniva presto e di sera l’aria frizzante suggeriva di uscire con qualcosa sulle spalle. Anche la luce del giorno era cambiata. Piuttosto che accendere i colori sembrava stendere un sottile velo grigio sulle cose e dare a tutto una luce diversa, al punto che neppure il rosso fucsia della buganvillea, che copriva buona parte del muro di confine con il nostro vicino, era più lo stesso.

Strano come tutto fosse cambiato in pochi giorni. Prima il caldo soffocante e le giornate al mare, il rumore delle spiagge affollate e la frenesia della stagione estiva, poi il ritiro, l’acquietarsi, la malinconia del ritorno ai ritmi normali. L’aria non era più segnata dal volo agitato delle rondini e non si udiva più il monotono ronzio delle api che passavano di fiore in fiore. Le foglie delle piante avevano perso il verde brillante capace quasi di riflettere i raggi del sole ed apparivano opache, smorte. Tutto pareva sospeso, quasi in attesa di una calamità imminente.

Di colpo l’indizio che illuminò la mia mente…… era lì, sul letto, perfetto, senza una piega. Di un bel colore blu mare, con il colletto bianco e i bottoni di madreperla, la martingala, e, sui polsini, un nastrino bianco in più. Non più tre ma quattro. Eh sì, quell’anno avrei frequentato la quarta elementare dalle suore di S. Giovanni. Così capii, un po’ amaramente, che presto sarebbe ricominciata la scuola. Le giornate di divertimento al mare, le serate a tirar tardi come gli adulti e il poltrire a letto fino a mattino inoltrato, stavano per finire. Quando pensai a quello che da lì a qualche giorno sarebbe accaduto, sentii tutta la tristezza che fino a quel momento avevo percepito, complice la luce autunnale, nelle cose e nelle persone intorno a me. Ancora una volta mi vennero in soccorso l’abbraccio e le parole rincuoranti di mia madre: “l’estate tornerà, vedrai, e sarà ancora più bella di quella che è appena trascorsa!”.

Poi, come un elisir di felicità, un sorriso, un bacio, una carezza…


Adesso, rivisitando quei ricordi con gli occhi del medico, mi rendo conto di quanto importante fosse la presenza della figura materna, soprattutto in funzione “ansiolitica”, durante la colazione. Colazione preparata con ingredienti sani e genuini posti in tavola con l’attenzione e la cura che solo l’amore di una mamma può dare.

Iniziare la giornata consumando una colazione adeguata, significa, dal punto di vista del metabolismo, andare incontro alle esigenze fondamentali del corpo umano e contribuire ad un sano equilibrio psico-fisico. Molti studi hanno dimostrato come una prima colazione corretta sia in grado di influire positivamente sul tono dell’umore e sulle performances intellettive.

Di mattina, infatti, si ha una migliore capacità di concentrazione e una migliore qualità della memoria. Ecco perché una buona colazione è particolarmente importante per i bambini e gli adolescenti impegnati nell’attività scolastica, attività nella quale è indispensabile poter disporre al meglio delle facoltà cognitive.

Numerosi studi confermano una maggiore presenza di ragazzi obesi tra coloro che saltano la prima colazione e questo implica, necessariamente, una responsabilità educativa da parte dei genitori. Sarebbe bene condividere con i figli il momento del pasto. La presenza dei genitori rafforza il ruolo di guida e protezione che essi hanno nei confronti dei figli e che i figli ben percepiscono. I piccoli, inoltre, possono capire le nostre difficoltà ma non la mancanza di coerenza: essi bocciano la prima colazione “virtuale” che alcuni genitori propongono loro e si affidano alle monetine per gli snack di metà mattina, quando la fame bussa inesorabile.

Costretto dunque a rincorrere per tutta la giornata quel deficit iniziale, l’organismo del bambino perde la capacità di riconoscere in modo corretto la sensazione di fame e sazietà. La prima colazione “ideale” dovrebbe essere un vero e proprio pasto leggero, capace di fornire in media 350-450 calorie, corrispondenti al 20% circa del fabbisogno energetico giornaliero.

Non deve mancare un adeguato apporto di vitamine, sali minerali, grassi e proteine, ma i costituenti principali della colazione devono essere i carboidrati, facili da digerire e da assimilare. Una piccola parte dei carboidrati va assunta in forma di zuccheri semplici (per esempio miele, frutta, marmellata) che danno subito all’organismo energia di pronto impiego, senza produrre scorie. UN FRUTTO FRESCO rende la colazione equilibrata anche dal punto di vista di vitamine, sali minerali, oligoelementi e fibra.

La frutta deve essere di stagione e, lo ripeto, assicura quella quota di zuccheri semplici che, al mattino, aiutano muscoli e cervello a ripartire. Inoltre, essa offre queste sostanze nella forma più sicura sul fronte glicemico. La frutta, inoltre, a fronte di una modesta somministrazione di energia, contiene vitamine e minerali difficilmente reperibili in altri alimenti.

Mangiarla fresca e il più possibile intera, è meglio che non frantumarla, spremerla o frullarla, perché si evita così di perdere le vitamine, i minerali e le fibre e si ottiene un più proficuo effetto di sazietà.

È bene che la parte più consistente della colazione sia costituita da pane, cereali in fiocchi, biscotti secchi, o fette biscottate, che, venendo assorbiti più lentamente, assicurano un rifornimento di energia costante e prolungato nel tempo. Un ruolo di tutto rispetto va attribuito al latte o al suo derivato, lo yogurt.

Fattore Tempo: per i più pigri, per “ottimizzare” il risveglio mattutino, può essere utile apparecchiare la tavola in modo funzionale, magari la sera prima.

La prossima settimana parleremo dell’alimentazione completa giornaliera.

Scuola

Oggi primo giorno di scuola.
Passarono come un sogno quei tre mesi di vacanza in campagna!
Mia madre mi condusse questa mattina alla ‘Sezione Baretti’ a farmi inscrivere per la terza elementare: io pensavo alla campagna e andavo di mala voglia.
(Edmondo De Amicis, “Cuore”)

Resa dei conti.

Molti di noi pensavano, ormai da tempo, di arrendersi senza opporre la minima resistenza. La minaccia si sentiva nell’aria. Nuovi padroni apparivano all’orizzonte in quell’atmosfera autunnale nella quale un pallido sole ricordava appena la folgorante luminosità dell’estate. E con lui si indebolivano anche le nostre ultime speranze di farla franca. Loro, i nuovi signori, sfacciatamente consci del loro nuovo ruolo sociale si mostravano cordiali tra la folla. E pensare che fino a qualche giorno prima nessuno li avrebbe notati.

Conducevano vita semplice, erano andati, come tutti, al mare, si erano abbronzati, avevano indossato vestiti leggeri per difendersi dal caldo, qualcuno di loro si era fatto persino sorprendere a mangiare l’anguria…. ma ora le condizioni erano cambiate. Con il calendario dalla loro, avevano assunto quell’aria seriosa di chi sa cosa stia per accadere. Nei casi più sfacciati si arrivava alla ostentazione della classica cartellina in similpelle nera, massimo simbolo del nuovo status sociale.

Si erano già incontrati tra di loro nei giorni precedenti per concordare le strategie da seguire. In questa occasione erano stati dotati, dalla “base madre”, di un’arma che avrebbe mietuto numerose vittime tra noi ribelli nel corso dei mesi a venire e che era nota come “il REGISTRO“.

Ci sentivamo deboli, nessuna idea che ci venisse in aiuto, che ci aiutasse a capovolgere le sorti della battaglia. Come sempre, quando qualcuno sta per soccombere, gli sciacalli spuntano fuori e prendono forza. Sparsi in 3 o 4 punti strategici della città, avevano atteso tutta l’estate affacciati, con i loro negozi, le cartolibrerie, su quel fazzoletto di strada che delimitava il loro ambito lavorativo.

Erano loro la punta dell’iceberg che aveva la sua base più consistente nell’editoria scolastica, che a loro volta essi rafforzavano. Da qualche giorno era arrivato il loro momento. Non più vetrine con matite, gomme o quaderni a disegni prestampati da colorare ma esposizione di nuove cartelle, con tracolle, da portare in spalla, di nuovi astucci per penne e cancelleria professionale e poi la comparsa a tutta vetrina di quella tremenda scritta “libri per tutte le classi e scuole”.

Erano venuti allo scoperto! Traditori! Uno in particolare, tra di loro, incuteva quasi timore. Era il più agguerrito. Il più smaliziato di tutti. Ricordo ancora il suo nome, quasi un nome di battaglia: Teneriello.

Gentile d’aspetto e cortese nei modi, agli inizi di settembre, mutava. Come se gli fosse cresciuto il pelo e le sue fattezze fossero divenute quelle del Mangiafuoco di Pinocchio. Non mi sarei stupito se , nelle prime giornata di freddo, gli fosse uscito dalle narici, con il respiro, del fumo nero. Così alla fine avevamo dovuto arrenderci. Addio mattine passate a letto senza l’incubo della sveglia. Addio pomeriggi passati a giocare a pallone o al mare. Addio serate di corse in bicicletta. Si doveva sottostare alle regole inflessibili della grande matrigna: la SCUOLA.


Purtuttavia, ora, da “vecchio”, il mio punta di vista è cambiato. A scuola non si deve andare per passare il tempo. La scuola non è solo sacrificio, perseveranza, applicazione, ma anche entusiasmo, fascinazione e coinvolgimento emotivo. I ragazzi hanno bisogno di regole e limiti da rispettare e di spazi per discutere e riflettere.

Il principio di ogni sforzo educativo si basa sull’esempio e la scuola, anche se fondamentale al riguardo è il ruolo della famiglia, ha un compito importantissimo da assolvere. Uno studio approfondito, condotto dall’università dell’Illinois, sottolinea l’importanza dei momenti legati alla condivisione dei pasti in famiglia. Questi effetti positivi sarebbero legati al rispetto del rito del pasto, al tempo dedicato alla conversazione durante il consumo del cibo e all’essersi, pur momentaneamente, staccati da fonti di distrazione come i computer, la Tv e i telefonini.

In passato si predicava l’importanza del tenersi al corrente delle cose del mondo mentre oggi, anche i pionieri del mondo digitale, mettono in guardia dal rischio di un eccesso di stimoli in questo senso, stimoli di cui i nostri ragazzi, troppo spesso, sono vittime.

C’è però il pericolo che un eccesso di ansia legato alla scuola non faccia vivere l’esperienza scolastica in maniera serena, determinando anzi una forte avversione ad essa e appannando la naturale tendenza dei giovani alla crescita e all’emancipazione.

Nella eventuale cura di questi disturbi non è certo il caso di usare i farmaci allopatici. A questo fine ci viene incontro la floriterapia, specialmente se l’ansia blocca emotivamente lo scolaro. Un rientro sereno a scuola può essere facilitato anche dai rimedi floreali australiani.

Certo, passare dallo svago estivo ai banchi di scuola non è facilissimo, e per alcuni può essere un disagio che genera stress, paure e insicurezze. Si manifesta la fatica di fare i compiti, di stare seduti, fermi e attenti, per ore e ore. Subentra la paura delle interrogazioni, il dover sottostare agli obblighi degli orari e la necessità di provare a socializzare con nuovi compagni.

  • A stemperare questi disagi ci viene in aiuto Dog Rose, un fiore che aiuta soprattutto a rafforzare la fiducia in se stessi.
  • L’essenza floreale Crowea placa gli stati d’animo in subbuglio infondendo calma interiore.
  • Bottlebrush è, invece, il fiore più indicato per superare ogni tipo di cambiamento. Con esso diventa più facile l’accogliere e l’aprirsi a nuove esperienze.
  • Se invece diventa arduo concentrarsi, e la mente vaga in altre direzioni, il rimedio più adatto è Sundew, il fiore del radicamento che permette di focalizzare i dettagli.
  • Laddove la difficoltà a concentrarsi e a prestare attenzione fosse causata da una vivace iperattività, aiuta a trovare i giusti ritmi Black Eyed Susan.
  • Il problema è legato all’assimilazione di nuove nozioni? Allora ci viene in soccorso Paw Paw la cui essenza favorisce l’integrazione e l’apprendimento delle tante nuove nozioni ricevute.

La prossima settimana si continua…con la scuola.