Buon Natale col panettone

Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l’anno.
Charles Dickens

Panettone: Proprietà Nutrizionali, Dieta e Come si Prepara

Era ora! Libertà!! Finalmente la campanella della scuola e finalmente sciolti dalla prigionia di quella sedia che, da ore, ci teneva immobilizzati quasi come dai tentacoli di una medusa. Tutti a correre, tra le grida, lungo i corridoi, e subito giù per le scale della scuola, agitando il cappotto a mò di bandiera e con la cartella dei libri che sembrava aver perso il suo peso.

Ad accoglierci le braccia aperte della mamma. Nemmeno l’aria gelida della strada frenava l’impeto e l’entusiasmo per l’inizio delle vacanze natalizie, vacanze che ci avrebbero tenuti liberi da impegni fino all’Epifania. Il cammino verso casa diventava più lento del solito, a distrarci una miriade di luci colorate. Le vetrine dei negozi avevano perso l’anonimato dei giorni consueti e si erano trasformate in botteghe del Paese di Cuccagna.

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Il profumo delle caldarroste, che dagli inizi di novembre era una costante quando si usciva di casa, ora si mischiava a quello della crema, dello zucchero delle mandorle tostate e della vaniglia.

Effluvi che sembravano provenire direttamente dai muri e dalle vetrine delle pasticcerie. Torroni, mostaccioli, morzelletti (biscotti tondi con il miele), dolcetti di pasta di mandorle dalle mille forme, sembravano ammiccare mentre passavo davanti alle vetrine del corso.

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A casa la magia cresceva: il calore della cucina a legna intiepidiva l’aria mentre il ragù di carne “pippiava” nel tegame d’argilla per il tempo in cui la mamma terminava di tirare la pasta sul tavolo in marmo. Dal piano della credenza facevano bella mostra i sacchetti dei dolciumi accanto alla figura maestosa di quel dolce nuovo, venuto da lontano: il PANETTONE.

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Ma tutto era poca cosa se comparato alle statuine in zucchero raffiguranti Gesù Bambino, il bue e l’asinello che sarebbero stati (che peccato!) sacrificati alla golosità di noi bambini la notte dell’Epifania.

La magia del Natale è tutta racchiusa nella nostra memoria…un’intimità familiare tutta speciale rendeva l’evento natalizio un’esplosione di gioia, proprio come quella che segue ad una dolce attesa e annuncia una nascita.

Era la festa delle cose semplici. C’era la preparazione della letterina a Gesù Bambino, si scrivevano i biglietti di auguri da inviare ai nonni e questi piccoli atti d’amore scaldavano il cuore nelle gelide giornate di Dicembre. Nel compilare accuratamente la lista dei doni ci impegnavamo a desiderare le cose che servivano davvero, perché, ci diceva la mamma, “i regali che riceviamo sono i segni visibili di realtà molto più importanti, ma invisibili ai nostri occhi”.

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Le prime luci del presepe o dell’albero, preparati con cura, accendevano l’entusiasmo: ognuno dava il proprio contributo come poteva e si passava il tempo insieme…Poi, alla vigilia di Natale, l’attesa della festa ci trovava ancora più trepidanti: si poteva andare a letto tardi, dopo la messa di mezzanotte. Come d’incanto, accadeva che fiocchi di neve accompagnassero il percorso silenzioso verso la chiesa e la coltre bianca illuminasse la strada quasi a giorno.

Ecco, finalmente nasceva Gesù Bambino e rinasceva, senza tempo, la gioia dello stare insieme. Al termine della messa, una tazza di cioccolata calda ci riuniva tutti nello scambio degli auguri…A Natale si è tutti più buoni. Il governo di Sua Maestà, la Bontà, appare con il suo seguito di menestrelli: le case si adornano di deliziose lucette, alberi colorati campeggiano nei saloni, cori di musiche celestiali echeggiano nelle stanze, delicati presepi simboleggiano il significato religioso della Festività, i bimbi si agghindano con i vestiti migliori e tutti ci si prodiga in sorrisi ed abbracci.

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Ogni cosa emana un caldo desiderio di umanità. Anche la tavola è apparecchiata con cibi più gustosi. Bontà uguale generosità e dolcezza, dolcezza uguale piacevolezza, piacevolezza uguale gradevolezza, gradevolezza uguale amabilità, amabilità uguale appagamento. E quale appagamento migliore di quello del palato, che si scioglie nel gusto di dolci leccornie, quelle che nel periodo natalizio abbondano maggiormente?

Il panettone, quasi un simbolo, la chiosa eccellente di un pranzo da ricordare per un anno intero. Con la sua forma, che ricorda quella di una chiesa con il soffitto a volta. Tenero, ma abbastanza consistente da permettere di tagliare dall’alto verso il basso una serie di fette precise e grandi da tenere in mano come fette di anguria nelle quali affondare i denti, assaporando la parte più dolce della festa.

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Con o senza canditi, con o senza uvetta, (ormai la produzione dolciaria ha inventato un numero infinito di varianti), il panettone è l’elemento imprescindibile di qualsiasi evento natalizio.

Farina, lievito di birra, latte, burro, uova e zucchero, per cominciare a dare vita a questo celebratissimo dessert, costituito da elementi semplici, ma bisognoso di una laboriosa preparazione, tanto che lo si acquista già prodotto industrialmente o preparato artigianalmente in pasticceria. Ad ogni modo, immancabile.

Ogni regione possiede i suoi sapori, partendo dal mont blanc a base di castagne, tipico della Valle d’Aosta, scendendo giù giù fino alla celebre cassata della Sicilia, eppure in tutte le regioni, nel mese di dicembre, non mancano mai le gustose fette di panettone. Piace agli adulti, anche ai più timorosi della bilancia, e poi “semel in anno licet insanire” e, sebbene non sia Carnevale, in qualche modo fa rima con Natale.

E se bontà deve governare, che, per una volta, il Natale, la faccia da padrone anche sulla dieta. E allora via libera a panettoni, pandori, torroni, mandorlati, e a tutte le prelibatezze a cui durante il resto dell’anno, per rigore, vi “obbligherò” a limitarvi.

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L’atmosfera della celebrazione fa sì che anche in me, professionalmente, l’indulgenza prenda il sopravvento sul rigore. Alzi la mano chi per una volta non ha resistito a scavare con la mano nel panettone, per riuscirne vincitore e supremo assaggiatore! La golosità è propria dei bambini, ma ammettiamolo, a Natale, ci sentiamo tutti un po’ bambini, fragili palati destinati a soccombere all’attrattiva della bontà. Diversamente bambino, ora mi sento di partecipare questi miei pensieri, negli ultimi giorni dell’anno, con uno sguardo riflessivo al passato e uno speranzoso al futuro. Cercando di valorizzare il mantra della lentezza per riprenderci un tempo più umano e misurato.

In due parole, credo sia importante la riflessione sul Natale di tempi ormai passati forse più carichi di valori e un po’ meno distratti. Ma, allo stesso tempo, sforziamoci di apprezzare questi nostri anni. Sicuramente oggi vi è più progresso e più consumismo, tutti e due forieri del materialismo a discapito della spiritualità. Ma, come sempre, ogni scelta dipende dall’uomo. Il progresso in fin dei conti, se usato con criterio, può ben essere conciliato con i valori della migliore umanità. E allora la chiosa dell’articolo è che, in questo periodo, il buon dietologo concede qualche deroga alimentare, dal momento che il Natale è anche convivialità. Insomma, approfittate di questo mio effimero buonismo professionale!

Buone festività e ci rivediamo il prossimo anno.

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3 thoughts on “Buon Natale col panettone

  1. Quest’ultima fatica del dott.Angelo la considero come l'”incipit”di tutti gl’incipit,quello che chiude tutti gli altri.L’ “incipit” a tutto tondo,il più fremente e più ricco di emozioni in specie nella parte finale dell’articolo che chiude con una generosa “deroga”da parte del “buon dietologo”,che per una volta sembra dare ragione all’antico adagio : “Semel in anno licet insanire” e ancora l’altro, più largo del precedente suggerito da Seneca, grande filosofo latino di origine spagnola,con Orazio e altri autori latini che così recita : Aliquando et insanire iucundum est” ovverosia : di tanto in tanto è bello fare pazzie. Come pure “Desipere in loco” di Orazio(mescolare alla sapienza un grano di pazzia) e tante altre locuzioni.Piú che ovvio in tempi da non lockdown,diremmo.A maggior ragione nel contesto di vita attuale.In genere nello studio come nel lavoro ,si sa,son necessari già normalmente intervalli di riposo .Una chiusa che non poteva mancare.Pertanto non si poteva chiudere diversamente un anno tanto tormentato alla fine del quale esigere ancora rigore e rispetto delle regole,quasi un ulteriore lockdown fin’anche nel settore nel quale il Nostro ha sempre profuso le migliori energie e pretenderlo sarebbe stato controproducente,una nota stonata.In un contesto poi quale quello natalizio…impossibile non trasgredire.Ancora e sempre grazie al nostro “Mentore” al quale auguriamo buone feste e un felice anno nuovo. Cosimo. (Mimino).

  2. Caro Angelo, mi rituffo nel passato leggendo i tuoi racconti, che bei ricordi, che meraviglia!
    E che dire: è proprio vero che a Natale siam tutti più buoni … avendo avuto ‘luce verde’ anche dal dotto dietologo, non ci faremo di certo sfuggire la ghiotta e irripetibile occasione!!
    I migliori auguri di buone Feste e di un sereno 2022!

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