Dieta e fertilità

Nasciamo una sola volta,
due non è concesso;
tu, che non sei padrone del tuo domani,
rinvii l’occasione di oggi;
così la vita se ne va nell’attesa,
e ciascuno di noi giunge alla morte senza pace.

(Epicuro)

Vi è un rapporto tra dieta e fertilità?

Certamente. Dieta e fertilità sono collegate.
E’ anche noto che il peso non sia affatto un problema secondario bensì un indicatore importante nel valutare la salute di un individuo. L’obesità influisce su molti aspetti della fertilità sia femminile sia maschile. Riferendoci a quest’ultima, diversi studi hanno dimostrato un’associazione preoccupante tra l’eccesso di peso e, in particolare, la disfunzione erettile.

Evidenze sempre più forti documentano, poi, ripercussioni negative del sovrappeso e dell’obesità sulla qualità del seme maschile concorrendo significativamente ai problemi di infertilità che contraddistinguono circa il 15% delle coppie in età riproduttiva.

Recenti ricerche confermano che le malattie metaboliche (Sindrome metabolica, obesità e, in particolare, diabete mellito) sono presenti in circa il 30% delle coppie con infertilità primaria o secondaria. I fini meccanismi alla base della relazione tra le malattie metaboliche, in particolare il diabete, e l’ipogonadismo rimangono ancora non del tutto noti.

Ciononostante i cambiamenti dello stile di vita quali la dieta, la perdita di peso e l’attività fisica sono essenziali per il miglioramento delle stesse. Ad esempio, per l’ipogonadismo (calo di testosterone), i cambiamenti nello stile di vita migliorano i livelli circolanti di testosterone e attenuano i disturbi legati a questo deficit.

Appare sempre più evidente che obesità, sindrome metabolica, ipogonadismo maschile e rischio cardiovascolare siano tutte condizioni correlate tra loro. Un calo di testosterone, detto appunto “ipogonadismo”, frequente negli uomini sopra i 50 anni, ma sempre più diffuso anche a partire dai 40 anni, è stato associato ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari e di disfunzione erettile e infertilità e sono da considerarsi un vero e proprio specchio sullo stato di salute di un paziente.

In questo quadro, la perdita di peso è di certo un fattore importante. Avere un peso nei limiti vuol dire, dunque, avere anche un aumento del livello di testosterone e quindi un miglioramento della funzione sessuale. Una delle ragioni dell’infertilità è collegata al fatto che il grasso sottocutaneo riduce la quota di testosterone nel sangue e di conseguenza altera la qualità del liquido seminale. A livello del tessuto adiposo è presente, in quantità elevata, l’enzima aromatasi responsabile della conversione del testosterone in estrogeno con conseguente aumento del rischio di problemi di erezione.

Anche in ambito femminile, la prima regola d’oro per diminuire il rischio di problemi legati alla fertilità consiste nel mantenere il peso forma. Sia il sottopeso sia il sovrappeso danno vita a seri disturbi ormonali che possono influire sul ciclo mestruale e sull’ovulazione. Statisticamente, dal 30 al 47% delle donne sovrappeso ed obese presenta cicli irregolari così come accade per il 25% delle donne sottopeso.

Soprattutto il sovrappeso (e a maggior ragione, quindi, l’obesità), è il responsabile della difficoltà di ovulazione, del peggioramento della qualità degli ovociti e dell’aumento del rischio di complicazioni dovuto al fenomeno dell’insulinoresistenza.

Quale dieta preferire

Bisogna specificare innanzitutto che, come per tutte le patologie, una dieta perfetta, generalizzabile e valida per tutti (ed estensibile a tutte le donne), non esiste. Esistono, però, dei punti fermi da rispettare come il fatto che la quantità di cibo introdotta deve essere in equilibrio con il consumo effettivo giornaliero richiesto, mentre la qualità degli alimenti dovrebbe essere la più varia possibile.

È importante acquisire una certa consapevolezza riguardo al cibo che mangiamo e allo stile di vita che conduciamo, perché questi fattori influenzano enormemente la nostra capacità riproduttiva. Alcune abitudini radicate, come ad esempio l’assumere molta caffeina, zuccheri o alcol possono alterare il normale equilibrio del nostro organismo ostacolandone le funzioni.

Per l’uomo è consigliabile evitare un eccessivo calore nella zona scrotale (vita sedentaria, molte ore alla guida, uso smoderato di telefonini riposti spesso nella tasca, abiti troppo stretti, tessuti sintetici). Le temperature troppo alte possono danneggiare gli spermatozoi (anche se non in modo permanente), soprattutto se protratte per lunghi periodi. Se per lavoro è necessario stare in ambienti caldi, possono essere utili pause regolari durante le quali uscire all’esterno e, se si passa molto tempo seduti, è consigliabile alzarsi regolarmente.

Se si sceglie la giusta combinazione di alimenti, questa dovrebbe ripulire il corpo dalle tossine e dai radicali liberi che minacciano la capacità riproduttiva. E’ essenziale, pertanto, assumere cibi ricchi di antiossidanti che sono in grado di sostenere la funzione epatica. Inoltre, il cibo dovrebbe fornire le giuste quantità di grassi, necessari alla produzione degli ormoni steroidei e favorire l’equilibrio ormonale supportando la produzione e le funzioni degli stessi ormoni.

Infine, è importante introdurre nella dieta le giuste dosi di vitamine e di sali minerali che favoriscono il processo di fecondazione. L’assunzione di fibre è sempre benefica perché riduce l’eccesso di estrogeni nel corpo e abbassa i livelli di progesterone.

La prossima settimana esamineremo più in dettaglio alcuni particolari, sempre in merito al discorso della fertilità.

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