Bikini

La gente sceglie il costume da bagno
con più cura di quanto ne metta
per scegliersi un marito o una moglie.
I criteri sono gli stessi.
Trovare qualcosa che sia comodo da avere addosso.
E che ti lasci abbastanza spazio per crescere.

(Erma Bombeck)

Bikini

Da Treccani:

Bikini: costume da bagno per donna, in due pezzi di dimensioni ridotte, così chiamato con riferimento agli esperimenti atomici eseguiti nel luglio 1946 sull’atollo omonimo dell’oceano Pacifico; quasi a dire costume esplosivo, di grande effetto, sconvolgente, con riferimento al senso del pudore del tempo.

La prova del bikini e l’era dell’immediatezza.

Si vuole tutto e subito. E la programmazione? E quanto incide il crescente peso dato al giudizio estetico nella società contemporanea?

La prova del bikini è diventata un simbolo delle aspettative sempre più alte che la società moderna pone nella nostra immagine corporea. Siamo quotidianamente bombardati da immagini di corpi perfetti e da standard estetici inarrivabili, sui social media, sulle riviste e nei film, ovunque. A mio parere è proprio questo culto dell’immagine perfetta a creare una cultura dell’immediatezza, nella quale la pressione riguardo all’apparire sempre al meglio è costante.

Sotto questo punto di vista, la prova del bikini è diventata un momento di verifica di aspettative poco razionali, che spingono molte persone a cercare risultati rapidi e immediati, spesso, purtroppo, a scapito della salute e del benessere a lungo termine. Sfortunatamente, nella società moderna, il giudizio estetico ha assunto un peso sempre maggiore. Siamo valutati principalmente in base al nostro aspetto fisico, sia nella vita reale sia sui social media. Questi ultimi in particolare, hanno amplificato la questione consentendo a tutti di esporre le proprie immagini (taroccate, photoshoppate? datate?) e di essere giudicati da un pubblico molto vasto.

Tutto ciò ha creato un ambiente nel quale il valore personale viene spesso misurato in base all’aspetto fisico e alla conformità agli standard di bellezza dominanti. Questo può generare insicurezze, ansia e problemi di autostima nelle persone che non corrispondono agli ideali estetici citati.

Inoltre, la gratificazione istantanea, ha assunto un ruolo predominante a scapito del piacere dell’attesa. Ci si attende di ottenere risultati quasi immediati in tutti gli aspetti della nostra vita, non ultima la nostra forma fisica. E allora vengono premiati dal marketing, e sono sempre più popolari, programmi di dieta rapida, di allenamenti intensivi di breve durata e di trattamenti di bellezza estremi. C’è però un inconveniente non secondario…tutta questa ricerca ossessiva di risultati immediati spesso porta a soluzioni superficiali e temporanee e non affronta le radici profonde dei nostri problemi di autostima e benessere.

Non esiste un unico standard estetico

E allora proviamo a dare spazio ai neuroni: una delle prime sfide da superare è quella di abbracciare la diversità e promuovere una cultura del corpo positiva. Dobbiamo riconoscere che la bellezza è soggettiva. Non esiste un unico standard estetico “ideale”. Pertanto, smettiamo di giudicare gli altri e noi stessi in base al nostro aspetto fisico e impariamo ad apprezzare la diversità. Infine, visto che siamo comunque animali sociali, non preoccupiamoci di criticare e mettere in dubbio i media che propongono standard estetici irrealistici. Non occorrono grandi sforzi di concentrazione per essere consapevoli della manipolazione delle immagini e delle tattiche di marketing che mirano a farci sentire insoddisfatti del nostro aspetto. Rifiutare di partecipare a questa cultura dell’immediatezza e del giudizio estetico e promuovere una rappresentazione più realistica e inclusiva dell’ aspetto fisico è un passo importante verso il cambiamento.

Dal mio “pulpito”, ritengo importante educare le persone a uno stile di vita sano ed equilibrato anziché a soluzioni rapide e temporanee. Cerchiamo tutti di promuovere una mentalità di benessere a lungo termine, che comprenda una dieta equilibrata, un esercizio fisico regolare e una buona gestione dello stress. Tutto ciò significa concentrarsi soprattutto sulla salute e sul sentirsi bene, il che può portarci a raggiungere più facilmente una maggiore soddisfazione personale e ad un’autostima più solida. Per concludere, si può sostenere che è proprio vero che la prova del bikini sia diventata un simbolo dei problemi che affliggono la società moderna: l’immediatezza, il giudizio estetico e la pressione per conformarsi a standard poco realistici.

Tuttavia, possiamo superare queste sfide abbracciando la diversità, promuovendo uno stile di vita sano ed equilibrato, educando le persone al benessere a lungo termine e sfidando i media che perpetuano standard estetici poco credibili. È importante concentrarsi sulla salute, sull’autostima e sul benessere generale anziché sul perseguimento di un ideale estetico irraggiungibile. Solo allora potremo liberarci dal peso del giudizio estetico e riconoscerci tutti in una società più inclusiva e rispettosa. E, nel contesto della prova del bikini e della società odierna, la ricerca del fascino e dell’attrattiva dovrebbe andare oltre l’aspetto esteriore e abbracciare la bellezza interiore e l’autenticità.

Di autoaccettazione, fascino e altri concetti da “spiaggia” riparleremo venerdì prossimo.

One thought on “Bikini

  1. Vielen Dank lieber Dr. Bianco. Das ist ein sehr einfühlsamer Artikel. Damen die nicht mager sind brauchen viel Selbstbewussrsein.

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