L’attenzione nella dieta

Ricorda che tu ricordi le cose a cui presti attenzione
e che impari le cose a cui presti attenzione,
a condizione che l’attenzione sia costante
e sufficientemente concentrata.
(Wallace D. Wattles)

Anche in questo mio secondo articolo del 2024, ribadisco che l’attenzione è la chiave, non solo della dieta, ma anche di ogni altro aspetto della vita. Coltiva, quindi, questo prezioso elemento come un giardino, proteggilo dai venti impetuosi della distrazione e fai che fiorisca in tutta la sua bellezza.

Sottolineo subito perché, nel contesto della dieta, l’attenzione rivesta un ruolo tanto cruciale. Non si tratta solo di monitorare calorie e nutrienti, ma di coltivare la consapevolezza.

Nel momento in cui consumiamo cibo, possiamo scegliere di essere presenti o distratti, di ascoltare o ignorare il nostro corpo, di gustare ogni sapore o ingerire il cibo senza troppo farci caso. Se vi prestiamo la dovuta attenzione, la dieta diventa un rituale, un atto d’amore nei confronti di noi stessi, non solo del corpo, ma anche della mente.

L’attenzione ci guida nel riconoscere quando siamo sazi, quando abbiamo bisogno di idratazione e quando il nostro corpo ci segnala la necessità di vitamine e minerali. Nell’ambito della mia professione, le richieste si affollano come attori che su un palcoscenico recitano la commedia dell’urgenza. Il telefono suona con i ritmi di un tamburo di guerra e le e-mail arrivano come frecce, annunciando, veri o presunti, pericoli imminenti.

Le “pretese” si presentano sempre vestite di urgenza. Ma al momento della diagnosi, troppo spesso, scopro che dietro le quinte c’è un desiderio più profondo. Non è l’emergenza che grida, ma l’angoscia, la paura di un’incertezza che danza sulle corde tese dell’anima. Le parole che sento sono un pianto silenzioso, la manifestazione di bisogni non espressi. Il paziente, attore malinconico su un palcoscenico illuminato da luci tremolanti, cerca conforto, più che soluzioni mediche. Le richieste di cure urgenti si trasformano in una supplica di rassicurazione, un abbraccio verbale nell’oscurità della preoccupazione.

E così, nella frenesia delle richieste e delle chiamate “urgentissime,” mi ritrovo a essere il narratore di una storia più profonda. Una storia nella quale la Società, con il suo ritmo serrato e la sua costante carica di ansia, ha trasformato ogni accenno di disagio in un grido di aiuto. E l’aiuto richiesto è più psicologico che medico. Il mio scrivere ricette mediche diventa un tentativo di scacciare l’ombra dell’incertezza, di spargere una luce più delicata sulla scena, a rivelare che, a volte, la medicina di cui abbiamo bisogno è un antidoto fatto di parole gentili e di comprensione umana.

Nel teatro della cura, imparo anch’io a leggere tra le righe della medicina moderna, a discernere il ritmo nascosto tra le note dissonanti delle mille richieste.

La Società, come un direttore d’orchestra troppo impetuoso, batte il tempo di una sinfonia intrisa di ansie. Io, nel mio ruolo di medico dietologo, cerco di armonizzare la partitura della cura con note di consapevolezza e conforto.

Nel tempio del benessere, la bilancia è un oracolo mutevole, un alternarsi di numeri che si avvicendano come le maree dell’oceano. E io, custode della salute, vedo i pazienti camminare su un filo sottile, tra speranza e preoccupazione, tra la promessa di una forma fisica agognata e l’incertezza delle fluttuazioni numeriche con la bilancia a fare da giudice implacabile, arbitro spietato della nostra autostima.

Il dietologo diventa così il direttore d’orchestra di una melodia delicata che cerca di armonizzare il rapporto tra il corpo e la mente.

Le fluttuazioni della bilancia sono un viaggio, quasi un’odissea, di cambiamenti fisiologici e psicologici. Il corpo, come governato da un poeta della forma, si modella nel corso degli anni, rispondendo alle stagioni della vita e alle sfide quotidiane.

Mentre la bilancia danza tra i numeri, io, con la mia penna di consigli e il mio stetoscopio di ascolto, cerco di dipingere un quadro di benessere che vada oltre l’attenzione al peso corporeo. E così, nel mio ruolo di medico dietologo, divento un compagno di viaggio, una guida attraverso la tempesta delle aspettative e delle preoccupazioni. Le fluttuazioni della bilancia diventano una sinfonia di opportunità di apprendimento, un cammino di consapevolezza che porta alla scoperta di un benessere che va al di là dei numeri su un display. Tranquillizzati, il tuo corpo è un racconto in evoluzione e la bilancia è solo un capitolo di questa storia. Insieme, possiamo scriverne il lieto fine.

La prossima settimana entreremo più nel concreto dell’argomento e parleremo di come migliorare la concentrazione, l’attenzione, la dieta…

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