I Piaceri di San Valentino

Cibi afrodisiaci per uomo: gli alimenti che aiutano l'erezione

La rividi per caso, dopo molti anni, nell’androne di un vecchio palazzo, durante uno dei miei rientri alla città di origine. Ci fermammo chiedendo l’uno dell’altro, poi ci salutammo con la falsa promessa di tenerci in contatto. Mi lasciò un velo di struggente malinconia l’averla rivista dopo tanto tempo e constatare che il tempo l’aveva resa ancora più bella. Imprecai contro la vita che ci aveva portato così distante l’uno dall’altra. La vidi allontanarsi nella sua figura elegante.

Così la mente tornò indietro a quella sera. Era d’estate e molti miei amici erano stati invitati alla sua festa di compleanno. Ero anch’io tra questi. Tuttavia, la cosa non mi eccitava più di tanto. Lei era la sorella di un mio amico. La sua figura mingherlina nascondeva, ancora, quel potenziale di femminilità che sarebbe fiorito da lì a qualche mese.

La serata stava trascorrendo come da copione. Qualche ballo, i commenti con gli amici sulle ragazze presenti, il taglio della torta e via dicendo. Oramai eravamo rimasti in pochi. Io resistevo perché lei mi aveva chiesto di rimanere. Si era fatto tardi. Sul terrazzo, piacevolmente ventilato, in quella calda serata d’estate, eravamo solo in tre, io, lei e la sua amica del cuore che, un po’ in disparte, continuava ad impilare sul piatto del giradischi, in maniera disordinata, la serie di 45 giri sparsi sul tavolo.

Noi due, invece, restavamo seduti, discutendo di argomenti vari senza un interesse preciso. Poi il suo invito per l’ultimo ballo della serata, prima di salutarci. Un lento, naturalmente. Fino ad allora non l’avevo mai abbracciata, non avevo mai goduto del suo profumo. Ne fui stregato.

All’improvviso mi accorsi di quanto stupido ero stato per non essermi mai accorto prima di quanta fortuna avevo sprecato per tanto tempo. Il ballo continuò oltre la fine della canzone, mentre nell’estasi del profumo dei suoi capelli, le mie labbra poggiavano sulle sue. Baci rubati.

Gli studi universitari, in seguito, mi hanno permesso di approfondire l’importanza dei ferormoni: particolari sostanze secrete dalle ghiandole sudorali ed emesse da pelle, capelli e saliva, che variano in rapporto allo stato d’animo e che scatenano una vera e propria attrazione fisica.

La mia professione mi ha consentito di riflettere che, il cibo, va vissuto come un elemento aggregante, come espressione di una celebrazione, momento di intimità per comunicare emozioni e sentimenti quale l’amore. Del resto cibo e seduzione sono sempre andati di pari passo sin dalla preistoria, quando l’uomo poteva fruire, delle grazie femminili, solo dopo aver offerto alla compagna la preda che aveva cacciato.

L’offerta di cibo come rituale di seduzione è valido anche ai nostri tempi. Possediamo un vero e proprio vocabolario erotico-nutrizionale con espressioni quali: bocca a cuore, labbra a forma di ciliegia, labbra carnose, occhi a mandorla.

Un menu “afrodisiaco”, pur composto da piatti semplici, dovrebbe essere una vera festa dei sensi, ovvero, la combinazione di varie relazioni sensoriali che prevedano: la vista di cibi appetitosi, la stimolazione olfattiva dei loro piacevoli odori e la gratificazione tattile offerta ai meccanismi orali. Una cena, ben impostata, può creare un’atmosfera di complicità e stimolare desideri che vanno ben oltre quello dell’appetito e dello sfizio culinario.

Una vera festa dei sensi, ricca di colori e profumi!Esistono davvero cibi con poteri afrodisiaci? Ad alcune pietanze quali il cioccolato, il peperoncino, il pesce, i crostacei, la scienza ha riconosciuto, in parte, un qualche potere afrodisiaco. Ciò sembra dovuto, principalmente, al miglioramento complessivo della circolazione sanguigna e, quindi, della capacità di eccitamento sessuale.

A rigore, però, i cibi afrodisiaci sono tali solo nella mente di chi li gusta. Se certi tipi di alimenti, infatti, possono suscitare sensazioni di tipo erotico, ciò non significa che questo avvenga sistematicamente tutte le volte che si gusta quel tipo di cibo, oppure che, tali emozioni, siano estensibili a tutti.

Del resto, le presunte sostanze afrodisiache, prima di pervenire al cervello attraverso la circolazione sanguigna, dovrebbero sopravvivere all’ambiente aggressivamente acido dello stomaco ed attraversare il tratto gastrointestinale.

Tale processo, richiederebbe molto tempo, e l’effetto auspicato si verificherebbe molto dopo l’assunzione. Il corpo, inoltre, avrebbe la possibilità di diluire, la “famigerata” sostanza, molto prima che questa possa giungere al suo obiettivo.

Ad esempio, la feniletilamina, responsabile di un senso di ebbrezza e di felicità, è presente nel cioccolato ed è prodotta anche dal cervello in fase di innamoramento. Le quantità irrisorie per singolo cioccolatino, tuttavia, non hanno effetti determinanti.

Resta, invece, l’effetto psicologico legato alla soddisfazione del gusto: mangiar bene fa bene all’umore e ciò ben predispone! La verità è che nessuno di questi supposti cibi afrodisiaci ha mai dimostrato un effetto su una percentuale statisticamente significativa di soggetti.

L’unico elemento da non sottovalutare è l’effetto placebo. Basta crederci. Se ci si convince che funzioneranno, di certo un effetto ci sarà. Il più potente degli afrodisiaci è, e resta, la nostra testa. Tutti gli alimenti, dal presunto effetto“ afrodisiaco”, funzionano soprattutto quando chi li consuma è convinto della loro efficacia, altrimenti perdono inesorabilmente la loro valenza.

Prendere per la gola: stimolare sensi ed evocare ricordi. Per una cena afrodisiaca,allora, si attinge al colorato e profumato mondo delle spezie. Le erbe aromatiche sono sostanze formate da oli essenziali che emanano la massima azione di stimolo olfattivo quando sono fresche. Prezzemolo, basilico, menta, rafano, verbena, rucola, peperoncino hanno per lo più azione tonica e stimolano la circolazione.

Tra le spezie, tradizionalmente in grado di combattere l’astenia sessuale o di produrre sostanze ormono-simili in grado di innescare il desiderio sessuale, particolare menzione va fatta verso lo zenzero e lo zafferano.Alla riscoperta del desiderio sopito: una sorta di fantasia che si autorealizza con un forte richiamo durante una vacanza termale.

Riallacciandomi al mio lavoro di medico termalista, amo sottolineare, l’importanza della riscoperta del proprio corpo. Alle terme ciò avviene, grazie alla fangoterapia, al nuoto in acqua termale, ai massaggi e ad altre coccole assortite: preludio a dimensioni di piaceri polisensoriali. Sconsigliata è la fretta. Spazio ad un momento ludico e non più a corteggiamenti virtuali. Un sereno approccio al prendersi cura di sé stessi e alla qualità come scelta di vita.

Alle terme si vivono ritmi e tempi umani diversi e si respirano momenti conviviali emozionali. E’ una questione di testa. Confesso, con non celato orgoglio, che, il tratto distintivo della sana alimentazione, al President Terme, si avvale dell’affiatatissimo binomio e della maestria della nostra pasticcera Mara e del nostro chef Fabio. Entrambi sono in grado di curare, oltre agli ingredienti, anche la presentazione del piatto. L’atmosfera è sognante e magica, per palati raffinati.

Per San Valentino si punta sui cibi “passionali” della tradizione enogastronomica mediterranea, gioia dell’intelletto e dei sensi. I piatti sono squisiti e stuzzicanti. Il piacere di muoversi e stare con gli altri, associato al miglioramento estetico e funzionale del proprio corpo, è in grado di regalare sicurezza ed autostima, un buon viatico per il desiderio e per rinvigorire certi passionali appetiti.

Vi garantisco che, certe coccole termali, funzionano anche per i diversamente giovani, che riscopriranno il lusso di ritornare assieme a letto e di amare in intimità e a tempo pieno. Appena ci raggiungerete alle terme, approfondiremo con rigore scientifico e con complicità l’argomento dell’estasiante godimento consapevole.

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