Un fior fior di terapia

Eppur vorrei essere un sognatore. Di sogni voluti, scelti. Miraggi diurni, ad occhi aperti, molto spalancati. Sogni che si intrecciano e si alimentano con ciò che avviene e mi accade. Sogni imparentati più con la consapevolezza che con la fantasia, anche se la fantasia aiuta sempre. Sogni belli anche se difficilmente tranquilli. Vorrei essere un sognatore. Vorrei!

Non mi dispiace aver raggiunto l’età della riflessione (era ora!), ma ritengo che il sogno sia il sale del ragionare, come la poesia accresce e illumina la prosa. Non mi sottraggo al nostalgico sogno all’indietro ma rivendico il diritto all’impegnativo sogno in avanti.

Ma abbiamo ancora oggi il tempo, la voglia e i modi per sognare, in una società che va di corsa, che ci impone di decidere in fretta, di non fermarci, di non guardarci intorno, di considerare anche gli affetti come qualcosa che ci toglie tempo? Il sogno come illusione.

Il nostro sognare ci porta a liberarci delle sovrastrutture di una vita eccessivamente e insensatamente frenetica per introdurci nel vivere secondo natura. La natura ci ha plasmati e ci custodisce secondo suoi sapienti equilibri. Una natura preziosa e generosa, dunque, che ci viene incontro e con benefica generosità ci dona nutrimenti, profumi, essenze. Ed ogni fiore sarà un sogno, un progetto da far vivere.

E basterà chinarsi e coglierli con delicatezza per realizzare ciò che ho sempre rincorso. Saranno loro la mia salvezza. Saranno tutto ciò che nel corso degli anni mi sono lasciato dietro perché il tempo mi sfuggiva tra le mani ed ho accantonato per i momenti più opportuni. Ed ora sbocciano. Sono fiori che con i loro profumi, i loro colori, le loro essenze danno nuova vita, nuovo vigore ai miei giorni.

La mia esperienza professionale, specie in ambito dietologico, mi ha permesso di dare spazio all’ascolto empatico, finalizzato a comprendere la natura del problema, le esigenze della persona coinvolta e le caratteristiche dell’ambiente in cui vive.

Una volta individuato lo squilibrio emozionale del paziente, il colloquio individuale guida nella scelta delle essenze floreali con lo scopo di mobilitarne le risorse interiori per rendere possibile un cambiamento e riequilibrare gli atteggiamenti emozionali negativi, spesso all’origine del problema sovrappeso.

Si può sostenere che i fiori di Bach furono pensati per il tempo in cui visse Bach, mentre oggi con i fiori australiani si approcciano problematiche più vicine alle nostre esigenze.I fiori australiani sono essenze create con i fiori che crescono spontanei nel continente australiano, da zone non contaminate e con carica energetica elevata.

Offrono un ampio ventaglio di possibilità terapeutiche, soprattutto oggi che desideriamo avere più tempo, perdiamo tanto tempo e rischiamo di perdere proprio il tempo.

Come non pensare dunque ai fiori australiani per i casi sempre più frequenti di: mancanza di autostima; ansia da prestazione; bisogno di altrui approvazione, di apparire ed ostentare; personalità narcisistiche; nebbia mentale con incapacità a concentrarsi ed andare a fondo sugli argomenti.

Tutti ottimi motivi, quindi, per giustificarne l’impiego e ritenere legittima e superflua la domanda: perché si usano? A livello medico, laddove il caso ne considera l’impiego, la terapia floreale ha un suo specifico utilizzo per risolvere problematiche a carattere funzionale, avendo in precedenza tutte le analisi e gli accertamenti non dato riscontro per patologie organiche. Si presume siano sintomi di natura funzionale, energetica: iperacidità gastrica, sindrome premestruale, pirosi, gonfiore addominale, ansia, stress, voglia di cibo eccessiva, specie di notte.

Ovviamente ci si riferisce sempre ad aspetti blandi e non a disturbi del comportamento alimentare severo come anoressia, bulimia, craving alimentare, sindrome night eating. Primum non nocere! Rimedi, direi, solo farmacologicamente inattivi. In merito credo che il professionista valido è colui che fa il miglior lavoro e se del caso userà bene anche l’effetto placebo, che passa sempre dalla relazione medico-paziente.

La selezione dei fiori, data la delicatezza dei problemi, va sempre affidata ad un esperto del settore.Ritornando al capitolo diete: questo tipo di rimedi naturali sono stati e sono, nella mia lunga esperienza professionale, un utile strumento motivazionale che mi ha consentito di rafforzare l’alleanza terapeutica con il paziente.

Del resto, a costo di tediare sempre, la dieta seria non serve per far dimagrire all’istante e per cercare scorciatoie, preludio spesso ad inevitabile effetto yo-yo.

Il nostro ambiente termale può essere il luogo adatto per assaporare un nuovo approccio personalizzato alla dieta, non coercitiva e che esalti anche i sensi. Poi, però, essa deve far parte integrante del nostro vivere quotidiano.

Mi permetto un accostamento audace e attuale. Le diete drastiche sono come il lockdown: utili per l’emergenza, ma non sostenibili a distanza.“Piedi scalzi cammineranno su prati verdi che non saranno calpestati dove spunteranno i mille fiori variopinti dei miei desideri nascosti.

Ed ogni fiore sarà un sogno, un progetto da far vivere”….timido tentativo di riprendere il sogno interrotto.Ora però la mia conclusione è decisamente “prosaica”, da medico termalista e dietologo.

Considerazioni di natura pratica, riflessioni che vogliono rompere con i tabù, con gli stereotipi, con i modelli comportamentali che vedono la medicina ufficiale o tradizionale l’unico rimedio per tutti i mali. Esistono anche le sofferenze psicosomatiche, cosiddette dell’animo, che il farmaco non può sanare.

Frutto di storie e situazioni varie ed individuali e che comprendono la sfera affettiva, quella lavorativa e altre sfere intime, che si riflettono nella psiche e poi nell’organismo. La floriterapia è una grande opportunità, talora un aiuto imprescindibile, che, da dietologo, consiglierei vivamente a chiunque è irretito tra le maglie dell’esistenza. Non sempre amica e buona compagna.

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