Pomodoro 4° parte

Cosa sono i pomodori, ortaggi o frutti?

Cosa sono i pomodori, ortaggi o frutti?
Li mangiamo nell’insalata e nell’hamburger

assieme ad altri ortaggi come le cipolle
e la lattuga, ma sono davvero delle verdure?
Indipendentemente da cosa siano,
i nutrizionisti consigliano di mangiare pomodori in grandi quantità,
in particolare perché contengono licopene,
un pigmento vegetale della famiglia dei carotenoidi.
Una volta ingerito ed entrato in circolo nel corpo,
il licopene funziona da antiossidante, spazzando via i radicali liberi
che possono causare reazioni nocive e danneggiare le cellule.
La capacità di combattere i radicali liberi è probabilmente
la proprietà che consente al licopene di prevenire
le malattie cardiovascolari e certi tipi di tumore.

Richard W. Hartel e Anna Kate Hartel, “Sai Cosa Mangi?”.2008

Proseguendo nelle distinzioni…

Salsa di pomodoro

È una tipologia di prodotto a metà tra la passata di pomodoro e i sughi pronti. Confezionata in bottiglie di vetro anche se di un formato più piccolo, è preparata con ingredienti vietati nella classica passata, quali olio, cipolla o scalogno, carota, sedano e talvolta, zucchero. In pratica è una sorta di passata di pomodoro già cucinata con una base di soffritto, che la rende pronta all’uso. Non c’è però una ricetta perfettamente definibile come nei casi precedenti.

Il sugo di pomodoro

La definizione non è molto chiara. Di solito, indica il condimento liquido che arricchisce una pastasciutta.

Il concentrato di pomodoro

E’ una salsa molto densa, quasi pastosa, ottenuta dalla lavorazione del succo di pomodoro riscaldato ad alte temperature (dagli 85°C ai 100°C) e privato della componente acquosa attraverso un processo di evaporazione. Si usa per insaporire e addensare sughi e salse, per migliorare il sapore dei ragù nelle lunghe preparazioni ma anche in sostituzione del ketchup, aggiungendo al concentrato un pizzico di peperoncino e/o sale. Tutti, sono ottenuti concentrando il succo di pomodoro a vari livelli, da un minimo di 12% del residuo secco nei semi-concentrati fino al 55% nei sestuplo-concentrati. Il concentrato, detto anche estratto di pomodoro, viene usato in cucina per dare colore. Viene venduto in tubetti o in piccole lattine.

Ketchup

È una salsa di origine orientale che viene ottenuta aggiungendo aceto, zucchero e spezie al concentrato di pomodoro. È privo di grassi e diversamente da ciò che si pensa, non ha molte calorie (circa 100 Kcal/100g). Al momento dell’acquisto, però, è importante notare se nella lista degli ingredienti sono presenti additivi poco sani, come i derivati dell’acido benzoico (E211) o aromi sintetici.

Pomodori secchi

Si ottengono tagliando in due, nel senso della lunghezza, pomodori maturi e sodi ed essiccandoli lentamente al sole dopo averli cosparsi di un po’ di sale. Meno tradizionalmente, si possono ottenere dei buoni pomodori secchi anche nel forno. Possono essere conservati semplicemente secchi o messi sott’olio, ovviamente meglio se olio extravergine d’oliva.

Attenzione alla conservazione

Indipendentemente dal prodotto scelto, è importante prestare attenzione alle indicazioni sulle modalità della sua conservazione e sulla sua durata una volta aperto, come per tutti i prodotti alimentari. In linea generale, una volta aperto il prodotto, se non viene consumato tutto, va conservato in frigorifero. Si può mantenere nella stessa confezione se è in vetro e richiudibile, altrimenti occorre riporlo in un altro contenitore per alimenti chiudendolo bene. Il prodotto deve essere poi utilizzato entro 3-5 giorni dall’apertura.

Le conserve industriali sono prodotti pastorizzati che possono conservarsi da due a tre anni, mentre quelle casalinghe devono essere consumate entro l’anno. Qualunque tipo di conserva andrà buttata qualora il coperchio dovesse presentare un rigonfiamento oppure si formassero muffe all’interno. Nel caso dei barattoli di latta, non devono esserci parti arrugginite oppure ossidate nelle zone di saldatura o rigonfiamenti anomali degli stessi.

Mangiare in bianco è più leggero?

No, niente di più inutile e controproducente! Un’allegra pasta al pomodoro rosso è leggera e digeribile, al contrario una candida pasta olio e formaggio è ricca di grassi. Inoltre un piatto gradevole per aspetto ed aroma ha il potere di renderci più felici e ciò di per sé facilita la digestione.

La frisa

Completo l’argomento con una piccola considerazione del mio passato e delle cene frugali estive con frise, pomodoro, olio extravergine di oliva ed erbe.

Piatto tipico della tradizione culinaria pugliese, le frise, chiamate anche “friselle”, sono una specie di pane secco e croccante che viene ammorbidito in acqua e successivamente condito con pomodori freschi, olio extravergine di oliva e erbe aromatiche.

Questa preparazione, semplice ma gustosa, rappresenta una scelta salutare per una cena leggera. I pomodori freschi apportano vitamine, minerali e antiossidanti, mentre l’olio extravergine di oliva è una fonte di grassi sani e contiene antiossidanti benefici per la salute. Le erbe aromatiche, come basilico, prezzemolo, origano o altre erbe locali, aggiungono sapore e profumo al piatto. Le frise sono una fonte di carboidrati complessi e fibre, che apportano energia e favoriscono la sazietà. Questo tipo di cena frugale è apprezzato per la sua freschezza, leggerezza e per la combinazione di sapori semplici ma gustosi.

Le frise possono essere consumate sia dopo averle ammorbidite in acqua sia senza ammollo. La scelta dipende dal gusto personale e dalla preferenza per la consistenza croccante o meno. Quando le frise vengono bagnate in acqua, diventano più morbide e assorbono i sapori dei condimenti cui vengono accompagnate, come il pomodoro e l’olio extravergine di oliva. Questo permette di ottenere un piatto nel quale i sapori si mescolano meglio e lo stesso risulta più tenero da masticare. Alcune persone però preferiscono consumare le frise secche, lasciandole croccanti. In questo caso, le frise rimangono più rigide e, appunto, croccanti. Tutti e due i modi di consumare le frise sono validi e dipendono dalle preferenze individuali. La scelta è a seconda dei gusti personali e dell’effetto che si desidera ottenere nel piatto.

Una piccola precisazione

La frisa non ammorbidita obbliga a masticare di più e quindi sazia prima. Masticare di più può contribuire a una maggiore sazietà durante i pasti. Quando si mastica a lungo, si attiva il riflesso della sazietà e si dà al cervello il tempo di percepire il senso di sazietà, il che potrebbe favorire la riduzione dell’apporto calorico complessivo durante il pasto. Se si è sovrappeso e si cerca di limitare la quantità di cibo che si consuma, la scelta di mangiare frise croccanti e non ammorbidite può essere utile in quanto, appunto, richiede una masticazione più lunga con conseguente maggiore sensazione di sazietà.

Tuttavia, è importante tenere conto del contesto alimentare complessivo e dell’equilibrio della dieta. Pur tuttavia le frise, anche se mangiate secche e quindi in minore quantità, apportano comunque calorie a causa dei carboidrati in esse contenuti. Pertanto, è importante limitarne la quantità così come è sempre importante considerare l’equilibrio complessivo della dieta e fare scelte alimentari consapevoli per raggiungere e mantenere un peso sano. Qui ovviamente parlo di un espediente…

L’ascolto del corpo è un elemento chiave per sviluppare una relazione sana con il cibo. Imparare a riconoscere i segnali di fame e sazietà e rispondere ad essi in modo consapevole, può aiutare a mantenere un equilibrio nella dieta e a evitare comportamenti alimentari disfunzionali. Oltre alla fame e alla sazietà, anche altri fattori, come lo stress le emozioni e le abitudini personali, possono influenzare le scelte alimentari. Essere consapevoli di queste influenze, e cercare di gestirle in modo sano, è importante per mantenere una dieta equilibrata e adattata alle proprie esigenze.

Pomodoro è bello!

Anche l’industria cosmetica utilizza la polpa di pomodoro come ingrediente base per maschere tonificanti, nutrienti e rassodanti per la pelle.

In origine

In origine, il colore tipico dei pomodori era il giallo. I pomodori avevano una pessima reputazione ed erano considerati molto velenosi. Per secoli la pianta fu utilizzata solo per fini ornamentali. I pomodori europei, popolavano i giardini delle famiglie più ricche, ma erano uno spettacolo da guardare e non toccare.

Per secoli, il pomodoro giallo non venne usato per scopo alimentare, se non per qualche esotico rituale afrodisiaco: “Pomme d’amour”, pomo dell’amore. In Italia preferirono usare un nome più adatto ai bambini: dato che l’unica variante presente era quella gialla come l’oro, il frutto prese il nome di pomo d’oro.

Solo nel XIX secolo si scoprì che i frutti maturi della pianta erano sicuri a livello alimentare. La saggezza popolare aveva semplicemente sbagliato mira: il pomodoro è sicuro, ma le sue parti verdi (foglie e steli) sono ricche di alcaloidi, sostanze tossiche per il nostro organismo se consumate in grandi quantità. La variante rossa si è poi diffusa a macchia d’olio mentre i pomodorini gialli sono diventati un prodotto sempre più di nicchia.

La differenza più ovvia tra pomodori gialli e rossi è il colore. Ma anche il sapore differisce in maniera sostanziale tra le due varianti: nel pomodoro giallo prevale una nota dolce e rinfrescante, che si distanzia dall’acidità più tipica dei “cugini” rossi. Il modo migliore per assaporare le differenze tra i due sapori è senza dubbio a crudo. Come altra frutta e verdura di colore arancione (carote, zucca, albicocche) anche il pomodoro giallo è ricco di beta carotene, una sostanza utilissima per fissare l’abbronzatura e per preservare la salute degli occhi. La grande quantità di antociani contenuti nel frutto lo rende un ottimo antiossidante naturale.

La prossima settimana affronteremo un nuovo argomento, che ha a che fare con lo stress.

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