ADHD quali integratori

I fattori di distrazione più potenti
sono le nostre emozioni:
tutto ciò che è in grado di suscitare in noi
forti sensazioni attira la nostra attenzione.
(Daniel Goleman)

ADHD
Disturbo da deficit di attenzione e iperattività

Riprendiamo l’argomento interrotto la scorsa settimana relativo al trattamento dell’ADHD.

Con riferimento a uno studio divulgato da Healthline, non emergono evidenze conclusive che gli edulcoranti artificiali possano esacerbare i sintomi dell’ADHD. Tuttavia, in accordo con un articolo pubblicato su ADDitude, si ipotizza che vi possa essere una sensibilità agli edulcoranti artificiali in alcuni bambini affetti da ADHD. Viene inoltre suggerito che l’esclusione di questi edulcoranti dalla dieta potrebbe contribuire a mitigare i sintomi associati all’ADHD.

In una ricerca documentata nel Journal of Attention Disorders, è stato approfondito l’impatto di una dieta a basso contenuto di carboidrati sull’ADHD in età adulta. I risultati hanno chiaramente indicato che l’adozione di una dieta a basso tenore di carboidrati può portare a miglioramenti nei sintomi dell’ADHD negli adulti, con una riduzione, soprattutto, della disattenzione e dell’iperattività.

Allo stesso modo, uno studio recente, pubblicato su Nutrients, ha esaminato gli effetti di una dieta a basso contenuto di grassi e alto contenuto di carboidrati sulla funzione cognitiva negli adulti con ADHD. Le conclusioni di questo studio suggeriscono che una dieta con queste caratteristiche potrebbe invece compromettere la funzione cognitiva negli adulti affetti da ADHD. In base a quanto riportato da Healthline, è stato evidenziato che alcuni integratori possono contribuire ad alleviare i sintomi dell’ADHD nei pazienti in età adulta.

Tuttavia, è essenziale sottolineare che gli integratori non costituiscono una cura definitiva per l’ADHD e non dovrebbero sostituire i farmaci prescritti.

Provo ad elencare di seguito alcuni integratori che potrebbero contribuire a mitigare i sintomi dell’ADHD negli adulti.

Omega-3

Gli acidi grassi omega-3, cruciali per la salute cerebrale, possono ridurre le infiammazioni e migliorare la funzione cognitiva. Diversi studi suggeriscono che l’assunzione di integratori di omega-3 possa avere effetti positivi sui sintomi dell’ADHD.

Zinco

Il minerale zinco, importante per la salute del cervello, potrebbe contribuire a migliorare la funzione cognitiva. Alcuni studi indicano che l’assunzione di integratori di zinco può aiutare a ridurre i sintomi dell’ADHD.

Magnesio

Il magnesio altro minerale fondamentale per la salute cerebrale, potrebbe contribuire a ridurre l’iperattività e migliorare la funzione cognitiva. Numerose ricerche suggeriscono che l’assunzione di integratori di magnesio possa alleviare i sintomi dell’ADHD.

Vitamina D

La vitamina D è importante per la salute cerebrale, può migliorare l’umore e la funzione cognitiva.

Zuccheri

Per quanto riguarda gli effetti degli zuccheri semplici sull’ADHD, Healthline indica che alcuni riscontri suggeriscono un possibile peggioramento dei sintomi. Tuttavia, è fondamentale notare che la ricerca in questo ambito è ancora limitata, e sono necessari ulteriori approfondimenti per confermare questi risultati. Come riportato in vecchi articoli, il microbiota intestinale costituisce un intricato ecosistema di batteri, funghi e protozoi che dimora nel nostro intestino. Questi microorganismi svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione di svariate funzioni vitali del nostro organismo, tra le quali quelle del sistema immunitario, le attività endocrine e la produzione di sostanze essenziali come vitamine ed enzimi. Il microbiota costituisce, pertanto, un patrimonio personale unico che ci accompagna per l’intera durata della vita, ma è suscettibile di influenze e modifiche dovute a vari fattori, quali lo stile di vita e l’alimentazione.

In base a una meticolosa revisione sistematica pubblicata su Annals of General Psychiatry, il ruolo del Gut-Brain Axis (GBA), il sistema che sovrintende alla comunicazione tra l’intestino e il cervello, è stato approfonditamente esplorato in relazione all’ADHD.

Questa esaustiva analisi ha coinvolto sei studi che hanno confrontato la composizione del microbiota intestinale di pazienti affetti da ADHD e di pazienti in salute. Benché i risultati non abbiano fornito una conclusione definitiva, sono state individuate differenze significative nella composizione del microbiota intestinale tra i due gruppi. In particolare, uno studio pubblicato su Nutrients, ha concentrato la sua attenzione sugli adulti con ADHD, esaminando gli effetti di una dieta caratterizzata da un basso contenuto di grassi e un elevato contenuto di carboidrati sulla funzione cognitiva.

I risultati di tale studio hanno sorprendentemente indicato che una dieta con queste caratteristiche potrebbe aggravare la funzione cognitiva negli adulti affetti da ADHD. Queste ricerche sottolineano l’importanza del microbiota intestinale nella comprensione dell’ADHD, evidenziando la complessità delle interazioni tra l’intestino e il cervello in individui con questo disturbo.

Tuttavia, è fondamentale considerare che, nonostante i progressi nella ricerca, sono necessari ulteriori studi per approfondire e chiarire la relazione tra microbiota intestinale e ADHD, nonché per delineare gli approcci terapeutici mirati che potrebbero derivarne. La connessione tra il microbiota e l’ADHD rappresenta ancora un campo di studio in via di approfondimento. Un’analisi accurata, frutto di una revisione sistematica pubblicata su Annals of General Psychiatry, ha esaminato sei studi dedicati al confronto della composizione del microbiota intestinale in individui con ADHD e soggetti sani.

Nonostante la mancanza di conclusioni definitive, alcuni di questi studi hanno rilevato variazioni nella composizione del microbiota intestinale tra i due gruppi. In sintesi, l’indagine sulla correlazione tra microbiota e ADHD è in una fase iniziale e sebbene alcuni risultati preliminari siano stati già chiaramente identificati, è necessario continuare la ricerca per comprenderne appieno l’entità e le implicazioni.

La prossima settimana completeremo l’esame degli altri punti salienti riguardo al rapporto tra ADHD e stile di vita.

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