L’anno che verrà

Il Portico - "Cin Cin in red" a Vietri sul Mare: 31 dicembre brindisi lungo  il centro storico

Un amico senza umorismo
è come lo champagne senza bollicine.
(Nadine de Rothschild)

Affrettati a vivere bene
e pensa che ogni giorno
è in sé stesso una vita.
(Seneca)

Avevo intenzione di scrivere il prossimo articolo nel 2022. Ho riflettuto e, alla fine, ho considerato che il blog non poteva tralasciare un articolo intonato alla speranza e all’ottimismo, un articolo talismano per il 2022

So che certe rievocazioni in occasione delle feste sono a volte permeate di una intensa malinconia ma è una sensazione dolce alla quale è bello abbandonarsi. Non ho la pretesa di coniugare le emozioni della poesia con prosaiche, benché preziose, informazioni; mi piace tuttavia riportare i lettori diversamente giovani all’infanzia, al ricordo delle nostre mamme, delle tavole della festa e a quei momenti in cui contavano soprattutto gli affetti e i buoni sentimenti: spero siano per tutti momenti piacevoli da rivivere.

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Dal mio cassetto dei ricordi:

La maglietta della salute bagnata, un’impresa cambiarla. Coperto di sudore dal viso alla schiena, con i capelli incollati sulla fronte, e dire che a quei tempi non c’era il gel! Le grida festanti di noi bambini assordavano gli adulti. Eravamo tutti cugini, impegnati a divertirci il più possibile con le nostre corse e i giochi improvvisati, nell’ampio salone della casa dei nonni. Povera mamma! Si preoccupava di farmi le solite raccomandazioni prima di uscire di casa, vestito di tutto punto, con le scarpe “buone” e i calzini bianchi della domenica, anche ben coperto con la sciarpa e il berretto di lana fatta a mano. Alla fine, sfinito dalle corse e dai giochi, mi sedevo accanto a mia madre, all’enorme tavolo preparato per l’occasione dalla nonna, con la tovaglia di lino, quella “ereditata”. Sarebbe stato meglio un bel letto, altro che mangiare!

Ma…iniziava la cena. Lo sguardo attento di mia mamma mi evitava di fare errori di etichetta. I suoi affettuosi sorrisi incoraggiavano il mio atteggiamento da bravo ometto. Le portate si susseguivano velocemente. Tortellini in brodo di gallina, polpette al pomodoro, cicoria in brodo, gallina lessa, baccalà fritto, insalata di rinforzo ed altro ancora, tutte cose che facevano tradizione. Non ricordo più bene. Di una cosa sì che ho memoria: gli adulti che a un certo punto della cena dovevano allargare le cinture per dar respiro alle pance! Si tirava a far tardi e per noi piccoli era una fatica reggere i tempi dei nostri genitori.

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Gli occhi che si andavano chiudendo diventavano due fessure impercettibili. Bisognava resistere, perché non era ancora arrivato il pezzo forte della serata. All’improvviso si spegnevano le luci e, nel silenzio, il tremolio delle candele con i loro fiochi barlumi annunciava il momento tanto atteso. Come d’incanto il sonno svaniva. Eravamo tutti con lo sguardo attento rivolto alla porta. Un “oh” di stupore accompagnava l’ingresso di quella meraviglia che presto sarebbe stata fatta a fette.

Io aspettavo qualcos’altro: le bollicine. Mi incuriosiva quel continuo generarsi di miriadi di perle d’aria che dal fondo del bicchiere salivano verso l’alto. Come poteva essere? Alla fine, dopo essermi inutilmente spremuto le meningi senza essere riuscito a darmi una risposta esauriente, concludevo che forse era meglio assaggiare quella meraviglia, piuttosto che guardarla.

Come si fa lo Spumante Metodo Classico?

Ah, che buono lo spumante. Non sapevo ci fossero differenze tra spumante, prosecco e champagne. Per me era semplicemente il vino con le bollicine, quello delle feste, degli anniversari, dei momenti speciali. L’anticipazione dei botti di capodanno.

Non posso dimenticare il passato, anzi, mi piacerebbe tanto che tornasse a ricordo di quei momenti fatti di cose non dette, implicite nei brindisi e negli sguardi. Attimi veloci per scambiarsi un impegno davanti a un calice scintillante.

Qual è il suggello raffinato di tutte le feste?

Spumante e champagne: parliamo di due bevande che esulano dalla quotidianità, entrando in scena solo per celebrare eventi festosi. Proprio per il loro carattere spiccatamente occasionale, spesso consideriamo il significato che essi rivestono in un determinato momento di letizia, tralasciandone le caratteristiche tecniche.

La descrizione che segue non ha la pretesa di essere un trattato enologico o un minicorso per sommelier. Tuttavia proverò a illustrare alcuni di questi dettagli, svelandone proprietà, benefici e metodi di lavorazione.

A chi tirare il collo? Prosecco o champagne?

Entrambi sono spumanti, ovvero vini che presentano una pressione superiore ad almeno 3 bar. Le differenze sono tantissime: hanno in comune praticamente solo le bollicine. Diversa è l’area geografica, i metodi di vinificazione, l’uvaggio, i tempi di conservazione e produzione.

Il falso mito del prosecco o del “ prosecchino “ - Il Gusto del vino -  Winetaste

Il blasonato champagne è più evocativo per certi eventi e sarebbe provinciale e ingiusto non ammetterne la supremazia. Prodotto seguendo rigide norme, proviene da un territorio poco esteso, a circa 150 Km da Parigi. Si avvale solo di uve molto acide provenienti da vitigni di Pinot bianco e nero e Chardonnay. Affinché si formino le bollicine occorre che il vino fermenti due volte e la seconda fermentazione deve avvenire nella bottiglia (metodo Champenoise).

Lo spumante è una categoria allargata, comprensiva di tutte le tipologie di vini spumantizzati, compreso lo spumante Prosecco. Le nostre zone di produzione sono più estese (per lo più Franciacorta, Trentino, Veneto e Piemonte) e si utilizzano uve di moscato, verdicchio e prosecco. La seconda fermentazione può avvenire in bottiglia (metodo classico) o nei tini (metodo Charmat).

Meno costoso, lo spumante offre una valida alternativa grazie a prodotti di qualità ed eleganti. Al riguardo, è opportuno prestare attenzione alle indicazioni presenti in etichetta: DOC (Denominazione di Origine Controllata). DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), VCPRD (Vino di Qualità Prodotto in Regioni Determinate).

Tutte queste denominazioni depongono per uno Spumante di qualità: il metodo classico, la data di sboccatura, l’indicazione dell’annata, la fermentazione naturale (senza aggiunta di gas). Il valore energetico del vino dipende dal suo grado alcolico e dal contenuto di zucchero (un conto è extra brut, un altro è dry) e non dal colore. Più facile comunque trovare vini dolci tra i bianchi.

Un motivo di orgoglio: le colline del prosecco sono diventate patrimonio mondiale dell’umanità.

Buona regola è non servirli troppo freddi e, che si tratti di champagne o spumante, mai eccedere con la quantità ma, dato il periodo, sforziamoci di essere meno rigidi. Non ci si soffermerà sulla temperatura ideale né su altre eventuali cadute di stile nel “brindisi” di fine anno, cioè: sul tipo di bicchieri (flûte, coppa, tulipano), sul modo di impugnarli, sul metodo di versare il vino, sulla modalità di apertura della bottiglia, che dovrebbe essere accompagnata da un “sospiro” e non certo da un poco raffinato botto che rovinerebbe l’aspetto e la persistenza della spuma o perlage.

In generale, lo champagne e lo spumante di qualità non si accompagnano assolutamente ai cibi piccanti e alle carni rosse. Si abbinano particolarmente bene, invece, alle ostriche, al salmone affumicato e al caviale, ai crostacei bolliti, al pesce crudo e al carpaccio. Sono ottimi anche con il tartufo bianco o con un risotto allo zafferano.

Siccome il vino si gode anche con lo sguardo e lo champagne e lo spumante offrono davvero un impareggiabile spettacolo, scegliamo sempre bicchieri non colorati e, se non di cristallo, almeno di un bel vetro sottile e trasparente, possibilmente liscio, senza incisioni o sfaccettature. Tutti i vini spumanti presentano delle bottiglie in genere più pesanti e più spesse, capaci di contenere la forte pressione interna.

PER SEMPLIFICARE, UNA SEMPLICE DISTINZIONE IN BASE AL RESIDUO ZUCCHERINO

  • se la quantità di zucchero è inferiore ai 3 grammi/litro, lo spumante è chiamato Pas Dosè, Dosaggio Zero o Brut Nature.
  • Se lo zucchero è compreso tra 3 e 6 grammi/litro si parla di EXTRABRUT.
  • Tra 6 e 12 grammi/litro troviamo i BRUT, che comprendono la maggior parte degli spumante metodo classico.
  • Tra 12 e 17 grammi/litro si includono gli EXTRA DRY o EXTRA SEC.
  • Valori tra i 17 e i 32 grammi/litro abbracciano i DRY, SEC, o ASCIUTTO
  • Tra i 32 ed i 50 grammi/litro si ottengono i DEMI-SEC o MEDIUM DRY.
  • La quantità di zucchero superiore ai 50 grammi/litro annovera gli spumante Dolce o DOUX.

Stiamo trascorrendo le festività in un clima sereno e tranquillo, pur nella sobrietà che ci impone la situazione. Mancano ormai poche ore per festeggiare l’ingresso nel 2022. Vorrei pertanto brindare con tutti voi alla prospettiva di un nuovo anno brillante e migliore.

Ora vi prometto due settimane di decantazione dalla dieta. Ci ritroviamo il 21 gennaio

Preparatevi già…alla penitenza dietologica

Buon Natale col panettone

Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l’anno.
Charles Dickens

Panettone: Proprietà Nutrizionali, Dieta e Come si Prepara

Era ora! Libertà!! Finalmente la campanella della scuola e finalmente sciolti dalla prigionia di quella sedia che, da ore, ci teneva immobilizzati quasi come dai tentacoli di una medusa. Tutti a correre, tra le grida, lungo i corridoi, e subito giù per le scale della scuola, agitando il cappotto a mò di bandiera e con la cartella dei libri che sembrava aver perso il suo peso.

Ad accoglierci le braccia aperte della mamma. Nemmeno l’aria gelida della strada frenava l’impeto e l’entusiasmo per l’inizio delle vacanze natalizie, vacanze che ci avrebbero tenuti liberi da impegni fino all’Epifania. Il cammino verso casa diventava più lento del solito, a distrarci una miriade di luci colorate. Le vetrine dei negozi avevano perso l’anonimato dei giorni consueti e si erano trasformate in botteghe del Paese di Cuccagna.

Mercatini di Natale 2019: i più belli da Nord a Sud Italia

Il profumo delle caldarroste, che dagli inizi di novembre era una costante quando si usciva di casa, ora si mischiava a quello della crema, dello zucchero delle mandorle tostate e della vaniglia.

Effluvi che sembravano provenire direttamente dai muri e dalle vetrine delle pasticcerie. Torroni, mostaccioli, morzelletti (biscotti tondi con il miele), dolcetti di pasta di mandorle dalle mille forme, sembravano ammiccare mentre passavo davanti alle vetrine del corso.

Libri di Natale: ricette, tavola e cucina - Sottocoperta.Net

A casa la magia cresceva: il calore della cucina a legna intiepidiva l’aria mentre il ragù di carne “pippiava” nel tegame d’argilla per il tempo in cui la mamma terminava di tirare la pasta sul tavolo in marmo. Dal piano della credenza facevano bella mostra i sacchetti dei dolciumi accanto alla figura maestosa di quel dolce nuovo, venuto da lontano: il PANETTONE.

Miglior panettone: i 6 TOP per Natale in casa [GUIDA 2021]

Ma tutto era poca cosa se comparato alle statuine in zucchero raffiguranti Gesù Bambino, il bue e l’asinello che sarebbero stati (che peccato!) sacrificati alla golosità di noi bambini la notte dell’Epifania.

La magia del Natale è tutta racchiusa nella nostra memoria…un’intimità familiare tutta speciale rendeva l’evento natalizio un’esplosione di gioia, proprio come quella che segue ad una dolce attesa e annuncia una nascita.

Era la festa delle cose semplici. C’era la preparazione della letterina a Gesù Bambino, si scrivevano i biglietti di auguri da inviare ai nonni e questi piccoli atti d’amore scaldavano il cuore nelle gelide giornate di Dicembre. Nel compilare accuratamente la lista dei doni ci impegnavamo a desiderare le cose che servivano davvero, perché, ci diceva la mamma, “i regali che riceviamo sono i segni visibili di realtà molto più importanti, ma invisibili ai nostri occhi”.

L'Amministrazione Comunale invita i bambini a lasciare la letterina per  Babbo Natale in Piazzetta San Girolamo - Circolo Didattico Ischia 2

Le prime luci del presepe o dell’albero, preparati con cura, accendevano l’entusiasmo: ognuno dava il proprio contributo come poteva e si passava il tempo insieme…Poi, alla vigilia di Natale, l’attesa della festa ci trovava ancora più trepidanti: si poteva andare a letto tardi, dopo la messa di mezzanotte. Come d’incanto, accadeva che fiocchi di neve accompagnassero il percorso silenzioso verso la chiesa e la coltre bianca illuminasse la strada quasi a giorno.

Ecco, finalmente nasceva Gesù Bambino e rinasceva, senza tempo, la gioia dello stare insieme. Al termine della messa, una tazza di cioccolata calda ci riuniva tutti nello scambio degli auguri…A Natale si è tutti più buoni. Il governo di Sua Maestà, la Bontà, appare con il suo seguito di menestrelli: le case si adornano di deliziose lucette, alberi colorati campeggiano nei saloni, cori di musiche celestiali echeggiano nelle stanze, delicati presepi simboleggiano il significato religioso della Festività, i bimbi si agghindano con i vestiti migliori e tutti ci si prodiga in sorrisi ed abbracci.

Dieta: se a Natale volete concedervi il panettone, ecco cosa dovete mangiare

Ogni cosa emana un caldo desiderio di umanità. Anche la tavola è apparecchiata con cibi più gustosi. Bontà uguale generosità e dolcezza, dolcezza uguale piacevolezza, piacevolezza uguale gradevolezza, gradevolezza uguale amabilità, amabilità uguale appagamento. E quale appagamento migliore di quello del palato, che si scioglie nel gusto di dolci leccornie, quelle che nel periodo natalizio abbondano maggiormente?

Il panettone, quasi un simbolo, la chiosa eccellente di un pranzo da ricordare per un anno intero. Con la sua forma, che ricorda quella di una chiesa con il soffitto a volta. Tenero, ma abbastanza consistente da permettere di tagliare dall’alto verso il basso una serie di fette precise e grandi da tenere in mano come fette di anguria nelle quali affondare i denti, assaporando la parte più dolce della festa.

Panettone - Cookidoo® – la nostra piattaforma ufficiale di ricette per  Bimby®

Con o senza canditi, con o senza uvetta, (ormai la produzione dolciaria ha inventato un numero infinito di varianti), il panettone è l’elemento imprescindibile di qualsiasi evento natalizio.

Farina, lievito di birra, latte, burro, uova e zucchero, per cominciare a dare vita a questo celebratissimo dessert, costituito da elementi semplici, ma bisognoso di una laboriosa preparazione, tanto che lo si acquista già prodotto industrialmente o preparato artigianalmente in pasticceria. Ad ogni modo, immancabile.

Ogni regione possiede i suoi sapori, partendo dal mont blanc a base di castagne, tipico della Valle d’Aosta, scendendo giù giù fino alla celebre cassata della Sicilia, eppure in tutte le regioni, nel mese di dicembre, non mancano mai le gustose fette di panettone. Piace agli adulti, anche ai più timorosi della bilancia, e poi “semel in anno licet insanire” e, sebbene non sia Carnevale, in qualche modo fa rima con Natale.

E se bontà deve governare, che, per una volta, il Natale, la faccia da padrone anche sulla dieta. E allora via libera a panettoni, pandori, torroni, mandorlati, e a tutte le prelibatezze a cui durante il resto dell’anno, per rigore, vi “obbligherò” a limitarvi.

5 Dolci tipici natalizi oltre al Panettone e Pandoro - Bombonette

L’atmosfera della celebrazione fa sì che anche in me, professionalmente, l’indulgenza prenda il sopravvento sul rigore. Alzi la mano chi per una volta non ha resistito a scavare con la mano nel panettone, per riuscirne vincitore e supremo assaggiatore! La golosità è propria dei bambini, ma ammettiamolo, a Natale, ci sentiamo tutti un po’ bambini, fragili palati destinati a soccombere all’attrattiva della bontà. Diversamente bambino, ora mi sento di partecipare questi miei pensieri, negli ultimi giorni dell’anno, con uno sguardo riflessivo al passato e uno speranzoso al futuro. Cercando di valorizzare il mantra della lentezza per riprenderci un tempo più umano e misurato.

In due parole, credo sia importante la riflessione sul Natale di tempi ormai passati forse più carichi di valori e un po’ meno distratti. Ma, allo stesso tempo, sforziamoci di apprezzare questi nostri anni. Sicuramente oggi vi è più progresso e più consumismo, tutti e due forieri del materialismo a discapito della spiritualità. Ma, come sempre, ogni scelta dipende dall’uomo. Il progresso in fin dei conti, se usato con criterio, può ben essere conciliato con i valori della migliore umanità. E allora la chiosa dell’articolo è che, in questo periodo, il buon dietologo concede qualche deroga alimentare, dal momento che il Natale è anche convivialità. Insomma, approfittate di questo mio effimero buonismo professionale!

Buone festività e ci rivediamo il prossimo anno.

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