Ripropongo in modalità “blog” una mia consulenza pubblicata la scorsa settimana sulla rivista D-Repubblica che trovare anche in versione integrale nel mio archivio riviste.
«L’ampeloterapia sfrutta i poteri alcalinizzanti, rimineralizzanti e detossinanti dell’uva, frutto davvero poco calorico – 100 grammi apportano circa 61 kcal – e scrigno di sali minerali, soprattutto di potassio, ferro e magnesio, e di vitamine come la C (6 mg %), la B1, la B2, la PP e la vitamina A.
L’uva contiene anche melatonina, molti tannini (astringenti, antiossidanti e antinfiammatori) e anche quercetina, un flavonoide che secondo recenti studi internazionali aiuterebbe a inibire il virus Sars-Cov-2.
La varietà rossa, poi, è una fonte privilegiata di polifenoli e del potente antiossidante resveratrolo che, tra l’altro, protegge dal fotoinvecchiamento e fortifica il sistema immunitario.
Dal canto loro, gli antocianosidi racchiusi negli acini fungono da angioprotettori: diminuiscono la permeabilità dei capillari e ne aumentano la resistenza. Infine, sono tanti gli zuccheri – i diabetici dovrebbero consumare quantità modiche d’uva – e pochi i grassi, che costituiscono solo lo 0,1% del frutto».
Ampeloterapia: istruzioni per l’uso
L’ampeloterapia non è un regime dimagrante in senso stretto: riduce il carico di tossine e permette agli organi emuntori di svolgere la funzione depurativa in modo più efficiente, aiutando comunque di riflesso il metabolismo e soprattutto favorendo il drenaggio dei liquidi. «Per questo, praticata come di norma per brevissimi periodi può aiutare anche a smaltire 1-2 kg di peso, sebbene non si tratti di perdita di grasso bensì di liquidi».
Esistono diverse versioni della dieta dell’uva: la più diffusa consente di mangiare per tre giorni di seguito esclusivamente acini d’uva, anche sotto forma di succo, per massimo 2 kg totali, suddivisi nei tre pasti principali. «Il consumo deve essere progressivo e accompagnato dall’assunzione di abbondanti liquidi – circa 1,5 litri di acqua oligominerale e/o di tisane non zuccherate a piacere. Si parte il primo giorno con 500 g d’uva, il secondo si sale a 1 kg, il terzo si arriva a 2 kg».
Altre versioni, per tempi più prolungati consentono di inserire anche altre tipologie di alimenti, come cereali integrali, latti vegetali, minestroni non amidacei o zuppe e tagli magri di carne o pesce, sebbene l’uva rimanga il pilastro dell’alimentazione giornaliera.
«In tutti i casi, se si desidera sperimentare la dieta dell’uva in autonomia, a casa propria e per uno-due giorni massimo, meglio prima ottenere l’approvazione del proprio medico di fiducia o meglio del vostro dietologo di fiducia (se vuoi mi rendo disponibile). L’ampeloterapia, infatti, va fatta solo se si è in perfetta salute ed evitata in particolare se si soffre di diabete, ulcera, meteorismo, colon irritabile, problemi renali, trigliceridi alti oltre che in gravidanza e allattamento».