Pianeta Donna III

“Fra uomini esiste, per natura, soltanto indifferenza;
ma fra donne, già per natura, vi è inimicizia.”
Arthur Schopenhauer 

Nel riprendere concetti espressi nel precedente articolo, una precisazione doverosa: provare ad argomentare sulle differenze non significa di per sé esaltare disuguaglianze o discriminazioni. Anzi, queste, innate o acquisite che siano, purché complementari, sono utili alla stabilità dei gruppi sociali.

Fuori dagli stereotipi, si può mediamente affermare che le priorità dei due sessi sono differenti.

L’uomo dà priorità al lavoro, agli obiettivi, all’affermazione personale. I risultati concreti sono per lui molto importanti in quanto rappresentano un modo per dimostrare le sue capacità e poter quindi stare bene con sé stesso.

La donna, invece, dà la priorità alle relazioni. Nel mondo femminile i rapporti con gli altri assumono un valore centrale perché nello scambio empatico la donna si sente realizzata. Pertanto un insuccesso sul lavoro è più doloroso per l’uomo che per la donna, mentre nel caso di un insuccesso in famiglia, per esempio con i figli, accade il contrario.

Del resto lo si dice da sempre: l’uomo vive con la testa e la donna con il cuore. A voler semplificare, gli uomini tengono al potere, cercano la concretezza, l’efficienza, i risultati. Proprio per questo si sentono realizzati con il successo sociale e questo è per loro un modo di dimostrare capacità e valore. Le donne danno importanza soprattutto ai rapporti interpersonali, alla comunicazione, agli affetti ed è proprio quando vengono appagate su questo piano che si sentono più realizzate.

L’uomo, di fronte a situazioni di grande tensione, tende a chiudersi e a rifugiarsi in una sorta di caverna in cui, con calma e in solitudine, cerca di sviscerare uno ad uno i problemi. Ha difficoltà a parlarne.

La donna, in condizioni di stress, al contrario dell’uomo, trova sollievo parlandone. Rispetto all’uomo, poi, non guarda al singolo problema ma a tutto un insieme di cose ricollegabili ad esso. Il parlarne le permette di attenuare la tensione e di sentirsi meno sopraffatta dalle circostanze.

Come esseri umani, ci siamo evoluti in modo da garantire la nostra sopravvivenza e quella del nostro patrimonio genetico attraverso la riproduzione; pertanto, anche se gli uomini e le donne di oggi vivono in condizioni molto diverse da quelle dell’uomo delle caverne, certe spinte evolutive sono rimaste.

Mediamente, gli uomini vengono attratti dalla bellezza e dalla giovane età della partner e questo perché una donna giovane è anche in grado di portare avanti più facilmente una gravidanza e di trasmettere dei buoni geni. Le donne, invece, sono meno sensibili alla bellezza fisica e lo sono di più all’intelligenza e allo status sociale del maschio, alle sue risorse economiche e alla sua disponibilità a creare un rapporto stabile. Questo perché, in origine, a differenza della situazione attuale nella quale molte donne possono provvedere materialmente alla prole anche da sole, la donna che sceglieva un partner in grado di garantire cibo e protezione a lei e alla prole aveva più probabilità di crescere i figli e garantire la continuazione della specie.

Tutto questo non è poi così lontano da quello che osserviamo anche nella società attuale: donne giovani in coppia con uomini maturi, non necessariamente aitanti, ma con ruoli di potere e ricchi, e uomini di mezza età con donne giovani e belle. Esistono ovviamente, anche se in maniera più sporadica, casi opposti.

Altra differenza molto curiosa tra cervello maschile e femminile: sia nell’uomo sia nella donna la frequenza dei rapporti sessuali garantisce una produzione massiccia di ossitocina (soprattutto nelle donne) e vasopressina (soprattutto negli uomini) che favoriscono il passaggio da un legame basato sull’attrazione e sul desiderio a un legame più propriamente affettivo.

Nell’uomo la maggiore produzione del neurormone vasopressina è responsabile del senso di possesso, della gelosia e della difesa del territorio. Esso spinge l’uomo a percepire la partner come un individuo di sua proprietà e a star male se questo possesso viene meno.

L’ossitocina, prodotta in maggiore quantità nel cervello femminile, responsabile delle contrazioni che inducono il parto ma anche conseguenza della stimolazione dei capezzoli durante l’allattamento, si associa alla sensazione di benessere, calore, al comportamento di cura e protezione, e a quella fiducia relazionale che caratterizza le donne molto più degli uomini.

Le donne percepiscono altresì un rischio maggiore in molti scenari, reali o ipotetici, rispetto agli uomini, anche perché affrontare il rischio è una prerogativa centrale del ruolo di genere maschile e non di quello femminile.

Un “ritratto” statistico Istat-Eurostat evidenzia che gli uomini “si percepiscono” meglio delle donne.

Questa sensazione è influenzata da un insieme piuttosto complesso di fattori, tra cui quelli ambientali e socioeconomici. Con l’avanzare dell’età, diminuisce la percezione dell’essere in buona salute e questo accade sia per le donne sia per gli uomini. Le principali cause di morte, quali tumori, malattie cardiocircolatorie (per esempio l’infarto) e malattie cerebrovascolari (ad esempio l’ictus), sono della stessa gravità nei due sessi, ma a morire sono, in media, più gli uomini che le donne. Di conseguenza queste vivono statisticamente più a lungo.

Le tappe importanti della vita.

La vita si snoda attraverso numerose tappe: inizio della scuola, scoperta del mondo degli adulti, entrata nel mondo del lavoro e abbandono della casa dei genitori, matrimonio, nascita dei figli, pensione.

Differenze tra le donne e gli uomini: in tutti gli Stati membri della UE, le donne lasciano la casa dei genitori e si sposano, prima degli uomini. Tra i single che hanno 65 anni o più: la percentuale di donne anziane che vivono da sole è doppia rispetto a quella degli uomini.

In ambito lavorativo, se è vero che un terzo dei manager nella UE sono donne, è altrettanto vero che gli uomini occupano generalmente posizioni più elevate delle donne e le stesse guadagnano in media il 16% in meno. Sempre nel percorso lavorativo, più sono i figli maggiore è il divario tra i tassi d’occupazione femminile e maschile.

Un aspetto importante della conciliazione fra gli impegni di lavoro e la famiglia è il lavoro part-time: quasi un terzo delle donne occupate lavora part-time.

La lettura dei libri è più diffusa tra le donne, come anche le attività sociali e le abitudini culturali, quali, ad esempio, andare ai concerti.

E’ invece scontato che la partecipazione ad eventi sportivi risulti più comune tra gli uomini.

Le donne, inoltre, utilizzano di più i social network mentre gli uomini leggono di più le notizie.

Sempre nella Ue, la percentuale di uomini che fa uso di alcol e fuma è maggiore rispetto a quella delle donne.

Abitudini alimentari e pratica sportiva.

Al contrario di quanto accade per il consumo di alcol e di sigarette, il consumo regolare di frutta e verdura è considerato un elemento importante per una dieta sana e bilanciata e, a riguardo, prevalgono le donne.

Le donne, poi, conducono mediamente una discreta attività fisica facendo sport con maggiore regolarità rispetto agli uomini. Questi ultimi fattori hanno anche un impatto sul peso. Nell’Ue, oltre il 57% degli uomini è considerato in sovrappeso (con un indice di massa corporea pari a 25 o più), rispetto al 44% delle donne.

La prossima settimana cercheremo di capire perché gli studi medici siano ancora troppo androcentrici.

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